Semplificare significa eliminare i dettagli inutili andando dritti all’essenziale. Le menti più brillanti, le idee più rivoluzionarie, i paesaggi più incantati sanno essere di una semplicità disarmante.
 
Non confondiamo la semplicità con la “facilità”. E facile essere complicati e incasinare tutto. Guarda la burocrazia cosa spesso riesce a fare. Il difficile è sottrarre, togliere, mettere in evidenza ciò che conta e ridurlo all’essenziale.
 
Il fotografo Carlo Fontana, famoso per i suoi scatti minimali a paesaggi essenziali, nel suo libro “Fotografia creativa” da due suggerimenti perfettamente in linea con il paradigma della semplificazione, scrivendo: “cominciate cancellando il superfluo dalla vostra mente e non abbiate paura di farlo“. Lasciare fuori qualcosa intimorisce.
 
Quando avrete la tentazione di inquadrare tutto, pensando che solo così potrete restituire qualcosa del luogo dove vi trovate dell’emozione che state vivendo, dell’atmosfera nella quale siete immersi, fermatevi, respirate e ricordatevi che non è possibile.
 
Michelangelo prese un enorme blocco di marmo e ne fece la sua “Pietà“, raschiando, togliendo con lo scalpello tutto ciò che era superfluo per ottenere ciò che aveva in mente.
 
Jeff Koons espose alcuni aspirapolvere e battitappeti nuovi di zecca, in teche di plexiglas illuminate da belle luci fluorescenti. Aveva l’asciato gli oggetti intonsi, esattamente così come erano. Semplicemente li tolse dalle loro scatole e li aveva intitolati con i loro noi: “New Hoover Deluxe Shampoo Polisher”, “New Hoover Convertibles”, “Green, Red, Brown”, “New Shelton Wet/Dry 10 Gallon Displaced Doubledecker” e così via.
 
Una metafora a cavallo tra ansia diffusa di ordine e pulizia della fine degli anni Settanta e simboli del desiderio e del benestare.
 
Koons ha lasciato che quegli elettrodomestici parlassero da soli, senza alterarli in alcun modo. Anche se decontestualizzarli da quella che sarebbe stata la loro naturale funzione è già un gesto di “alterazione”. Ma si è limitato a decontestualizzare appunto, senza alterarne i dettagli che possono confondere.
 
Una delle mete più agognate e blasonate per i fotografi paesaggisti di tutto il mondo è il grande nord. Dall’Islanda alla Groenlandia, passando per la grande Siberia. Molti di questi luoghi sono estremamente brulli, in Islanda non ci sono alberi, la Groenlandia è una gigantesca distesa di ghiaccio e la Siberia presenta lo stesso paesaggio duro per centinaia di chilometri quadrati, eppure esercitano un fascino e un’attrattiva senza tempo.
 
Alla base c’è una natura essenziale, dove a comandare sono gli elementi base della natura. Nessuna alterazione, se non fosse per i goffi e dannosi interventi di noi esseri umani.
 
Riusciamo a dare una definizione sintetica a ciò a cui stiamo lavorando? Il difficile non è mettere, è togliere, semplificare. Sappiamo individuare cosa, per noi, è superfluo?

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