Tempo al tempo è una di quelle locuzioni che mi hanno sempre affascinato, perché è così terribilmente potente nella sua semplicità. Sembra quasi banale. Io la vivo letteralmente come un invito a non forzare le cose, a viverle alla velocità a noi più congeniale. Per essere davvero noi stessi, essere a nostro agio e sentirci al meglio, bisogna lavorare seguendo i proprio ritmi.
Se normalmente lavoriamo rapidamente, allora dobbiamo essere rapidi. Se, al contrario, ci piace procedere con calma, allora è così che dobbiamo fare e prenderci il tempo necessario.
TEMPO AL TEMPO
Dovremmo sbarazzarci dell’orologio (simbolicamente): ogni progetto, ogni idea, ha le sue tempistiche. Potremmo doverci lavorare giorno e notte per mesi oppure occuparcene per pochi minuti. Muoviamoci alla velocità più adatta.
Leonardo da Vinci impiegò venticinque anni per completare “La vergine delle Rocce“. Vermeer produsse non più di una trentina di quadri in tutta la sua vita. Picasso realizzò alcuni quadri in pochi minuti. Andy Warhol aveva assistenti che creavano per lui svariate opere quotidianamente, o quasi. Hopper invece dipingeva due quadri all’anno. Due artisti di grande successo che usavano il tempo in maniera opposta, ma secondo le loro attitudini.
Proviamo a non imporci tabelle di marcia, non sarà semplice, non sarà costante, ma per qualche progetto è davvero interessante provarci. Otterremo risultati davvero inaspettati.
Il tempo è l’unica componente che non possiamo alterare, facciamocelo nostro alleato.