Tra i giochi più venduti nella storia non ci sono né le console più tecnologiche del momento, né le bambole super realistiche. Nella maggior parte dei casi sono giocattoli NON connessi, senza pile, indistruttibili e che possono essere costantemente trasformati. Quali? Il cubo di Rubik e i Lego!

Prediamo i piccoli mattoncini colorati più famosi del mondo. Inventati nel 1958 e commercializzati perché permettevano di stimolare la fantasia dei bambini nel costruire qualsiasi cosa volessero, ebbero un tale riscontro tra grandi e piccoli da rendere la Lego uno dei brand più conosciuti del pianeta. Basta pensare che, ad oggi, ne sono stati venduti in tutto il mondo oltre 320 miliardi! Dopo una crisi che durava dal 2004 e che costrinse la società ad un taglio importante del personale, riuscirono a rinascere attraverso un processo di open innovation smontando completamente il loro assetto.

Hanno imparato a “giocare” con l’ambiente che li circondava, con i cambiamenti che erano in atto. Insomma, hanno avviato un complicato ma fondamentale processo di decostruzione.

A qualunque opera serve una struttura, ma non deve necessariamente essere sistematica. Può essere ribaltata, cambiata, stravolta. A Jean-Luc Godard piaceva infinitamente sovvertire l’ordine convenzionale. Un film doveva avere un inizio, uno svolgimento ed una fine, assolutamente, ma non necessariamente in quest’ordine. Attori che guardavano in camera, inquadrature mosse e, come accennato, montaggi non sequenziali.

Ogni volta che prendiamo in esame un lavoro, un progetto o un’idea, dovremmo sempre darci la possibilità di analizzarla con attenzione e poi…demolirla.

Mettiamo le nostre idee a soqquadro, sarà tutto molto più interessante.

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