Essere diversi significa, spesso, essere emarginati. O quasi. Tutti vogliamo sentirci accettati. Anche se recondita, abbiamo la tendenza a conformarci, fosse anche ad una piccola nicchia, facendo quello che fanno gli altri. Ma sappiamo bene che essere diversi, unici, essere considerati talvolta bizzarri, è un dono.

ESSERE DIVERSI

I pensatori più originali non adottano automaticamente le pratiche, gli schemi e i flussi già consolidati. Sviluppano metodi di lavoro personali, il che li porta a pensare in modo diverso, a tratti folle. Non si adeguano “all’Ikea delle idee“: pensieri in serie, azioni preconfezionate che, di riffa o di raffa, vanno bene un po’ ovunque e, per quanto siano piacevoli e di discreta fattura, rimangono sempre idee e lavori di massa.
 
Il fisico Michael Faraday non lavorava assolutamente entro i limiti della scienza, della matematica e della fisica del suo tempo. Il suo livello di istruzione andava poco oltre la scuola primaria, proveniva da una famiglia molto povera e studiò chimica come autodidatta! Eppure, tutto questo, non gli impedì di scoprire il processo di induzione elettrica, di elaborare le leggi dell’elettrochimica, dell’elettrolisi, e del diamagnetismo. Fu uno dei padri fondatori della fisica moderna.
 
La mancanza di istruzione, in particolare la mancanza di conoscenze matematiche canoniche, permisero al giovane Faraday di sviluppare un personale approccio al mondo delle scienze.
 
L’istruzione, quella canonica, quella che non permette lo sviluppo del proprio pensiero, ma che anzi lo schiaccia, fa sì che ognuno di noi pensi ed agisca secondo dettami già disegnati. “E’ così, punto”. Ma in realtà ognuno di noi sa, in cuor suo, che non è affatto così e tutto può essere messo in discussione.
 
Faraday, così come tanti grandi pensatori, era giunto ad una consapevolezza più estesa e mise in discussione i metodi canonici, mostrandosi pronto ad arrivare comunque a conclusioni rivoluzionarie.
 
Essere “diversi” è BELLO 🙂

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