#35. PUÒ DARSI
Ad un contadino era fuggito il proprio cavallo e, la sera stessa, i suoi vicini si erano riuniti per commiserarlo per ciò che era considerato una malasorte. Egli disse: “Può darsi!“. Il giorno dopo, il cavallo ritornò, ma portando con sé sei cavalli selvaggi ed i vicini arrivarono acclamando una simile buona sorte.
Egli disse: “Può darsi!”. Il giorno dopo, suo figlio cercò di sellare uno dei cavalli selvaggi, ma fu disarcionato e si ruppe una gamba. Ancora, i vicini vennero ad offrire la loro partecipazione affettuosa alla malasorte. Egli disse: “Può darsi!“.
Il giorno, dopo, gli ufficiali incaricati della coscrizione vennero al villaggio per scegliere i giovani da mandare sotto le armi, ma, a causa della gamba rotta il figlio del contadino non venne preso. Quando i vicini vennero per esprimere quanto fortunatamente fossero andate le cose, egli disse: “Può darsi!“.
“Non cercare la felicità con troppa avidità, e non avere paura della felicità” (Lao Tzu)
La fortuna e la sfortuna, la felicità e l’infelicità, la vita e la morte, sia su piccola scala che su grande scala, vanno e vengono continuamente, senza un inizio ed una fine. Come si può leggere una sola parola e pretendere di giudicare l’intero libro della vita?
(Storia Taoista)
Keypoint: le apparenze non fanno giudizio