passato

#110. PASSATO, FUTURO E SESSO

In Italia abbiamo il più alto numero assoluto di cause e i tempi della giustizia più lunghi d’Europa. Si conta che le cause legate a contenziosi ereditari siano raddoppiate negli ultimi 20 anni, inoltre, per non farci mancare nulla, la quota di pensionati sul totale della popolazione è raddoppiata da poco più del 7% al 15%, riflettendosi in ciò la mutata composizione demografica e sociale.

Ho una visione piuttosto controcorrente sul passato, in particolare il nostro, quello italiano. E quindi mi sono fatto un’idea tutta mia anche di questo presente. Credo che buona parte – non solo ovviamente –  della crisi economica che da una decina d’anni stiamo vivendo, sia dovuta ad una nuovissima condizione sociale che ancora non ci è del tutto chiara, ma che sta cominciando a delinearsi sempre più forte e precisa.

Fino a qualche decennio fa, tranne che per qualche eccezione, il piccolo o grande patrimonio familiare veniva tramandato dai genitori ai figli. Si lasciava questa vita terrena fatta di fatiche e stenti entro una certa età e, nonostante problemi di varia natura, tradimenti compresi che sono sempre esistiti, si preferiva mantenere l’eredità in “casa”. Ora la cosa è cambiata. I nostri padri, (anche i nonni!) hanno possibilità diverse; l’emancipazione ha sdoganato l’età anagrafica, portando la possibilità di “aprire la mente”, e non solo, ad un livello di anzianità molto avanzato. 

Aggiungiamo a questo quadro medicinali che riescono a dare nuova linfa sessuale e nuove “speranze”, ed otteniamo, non solo potenzialmente, persone “diversamente giovani” con la “sverzura” (carica in bolognese) sessuale dei diciottenni, con una pensione che consente loro di vivere più che dignitosamente e che lasciano moglie e figli per nuovi amori. Spesso spostano capitali, risparmi e proprietà in altri paesi, oppure dilapidano ciò che hanno per rivivere una gioventù che, per quanto ci vogliano raccontare, molto probabilmente non è stata poi così male. La cosa elegantemente ereditata anche delle donne ma, pare, in misura minore. Tutto assolutamente lecito, sia chiaro, è solo una lettura alternativa. Fatto sta che è una realtà consolidata.

Qualche anno fa conobbi una dottoressa specializzata in urologia (no nessun problema :)) che mi disse qualcosa che suffragò la mia bizzarra teoria, ma che mi lasciò piuttosto basito. Secondo alcuni studi direttamente seguiti da lei con un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna, negli ultimi 15 anni, i casi di disfunzione erettile erano aumentati del 22% nelle persone con età compresa tra i 24 e 45 anni! Tra le prime cause c’era lo stress dovuto, molto probabilmente, ad una condizione di vita non proprio favorevole: precarietà, futuro incerto, disoccupazione, debiti…non aggiungo altro.   

La nostra economia, micro e macro, è supportata non solo dalla piccola impresa e dall’artigianato, ma anche dai risparmi delle famiglie che si stanno via via sgretolando: un sistema bancario malato e criminale, una sfiducia senza precedenti nei confronti del domani e queste nuove tendenze, incidono sul quotidiano dei giovani e un po’ meno giovani. Si è venuto a creare un divario importante che allontana non solo in virtù della ricchezza, ma anche a causa di uno scontro generazionale importante e sempre più caldo. Abbiamo parlato di queste diatribe anche qui.

Anche questa è una fotografia. Argomentata, descritta, senza immagine, ma è una fotografia dello stato attuale di una società un po’ sbandata alla ricerca affannata di una sua identità. È il nuovo che avanza. Non sono un protezionista, tutt’altro, sono solo un osservatore, spero attento, del quotidiano mi circonda.

Keypoint: dobbiamo cercare di riavvicinarci e capire cosa sta accadendo. Non per cambiare le tendenze, ma per migliorarle affinché ognuno di noi abbia un suo angolo di dignità. 

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