elemento

#249. TROVA IL TUO “ELEMENTO

“Nel libro “Finding your element“, Ken Robinson spiega, attraverso una bella scrittura e un sano british humour, il conflitto tra ciò che crediamo di volere e ciò che, invece, ci rende davvero felici, e come alcune scelte “giuste” possano alla lunga portare a frustrazione e malcontento.

Robinson fa riferimento ad un luogo, uno status dove le cose che amiamo e quelle che in cui siamo capaci si ritrovano insieme. Non è un luogo fisico, ma un angolo dell’anima che viene chiamato “l’elemento“. In particolare ci si sofferma sull’elemento creativo che può essere considerato alla base di ogni attività. Senza creatività il mondo, la vita, la nostra stessa esistenza sarebbe piatta e inutile.

E’ fondamentale che ognuno di noi trovi il proprio elemento e, se necessario, possa cambiarlo nel corso della vita. Solamente così è possibile esprimere appieno talento e creatività, riuscendo ad incanalare tutta la nostra energia in ciò che facciamo, comprese la miriade di attività che non ci piacciono ma che siamo costretti a portare a termine. Secondo lo scrittore tutti nasciamo con potenzialità straordinarie, che, mano a mano che diventiamo adulti perdiamo lungo il cammino. Paradossalmente, buona parte di queste potenzialità, vengono perse a causa dell’istruzione che, troppo spesso, non lascia spazio a creatività e personalità, omologando lo studio a freddo nozionismo.

L’attuale sistema scolastico – e non solo quello – così come è concepito, non è fatto per valorizzare la creatività ma, al contrario, sembra che abbia tutti gli elementi per soffocarla e, talvolta, mortificarla. Purtroppo non viene data la possibilità di capire le nostre reali potenzialità, passioni e inclinazioni; tanto diciamo della volontà della scuola di valorizzare i talenti, ma la realtà è che se non sei omologato e perfettamente in linea con il sistema, è lo stesso sistema a sputarti fuori.

Il risultato è che la maggior parte di noi non si renderà mai conto delle proprie reali capacità e di ciò che veramente potrebbe e vorrebbe fare: una persona che ha lavorato per 20/30 anni facendo sempre la stessa mansione sarà, per forza di cose, convinta di saper fare solo quello e sarà molto difficile che si metta in gioco rischiando di perdere “tutto quello che ha costruito“. Questo rappresenta non solo fonte di frustrazione e infelicità, ma anche un terribile spreco per il futuro. Chissà quanti Mozart, Brunelleschi, Gates, Prince ci stiamo perdendo! 

Dobbiamo imparare ad apprezzare e a coltivare il talento e i modi diversi in cui si esprime individualmente. Dobbiamo creare ambienti – nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli uffici pubblici – in cui ogni persona sia spinta a sviluppare la propria creatività. Dobbiamo assicurarci che tutti abbiano la possibilità di fare ciò che vorrebbero, di scoprire il proprio elemento e di scoprirlo a modo loro.” 

Trovare il proprio “elemento” non è certo facile, trovarlo in un mondo che ti dice che se non fai un certo percorso sarai un perdente rappresenta una sfida titanica, ma in realtà la vera fatica è restare ancorati ai preconcetti di sicurezza che buona parte della nostra educazione famigliare e scolastica ci ha lasciato in eredità. Il lavoro fisso, la casa di proprietà, l’auto, le vacanze tutti insieme nello stesso periodo, gli orari…la questione non è delle più semplici e ci sono persone che mai e poi mai cambierebbero il loro status di trenino sul binario, ma sono certo che i giovani e le generazioni future cambieranno questo mondo a tempo indeterminato. 

Keypoint: troviamo il nostro elemento, coltiviamolo con passione e i momenti difficili ci saranno più lievi. 

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