Urbex-Abitazione alternativa
Di tutta la follia che ci sta capitando, la cosa che trovo più atroce e che più mi fa schifo è l’accettazione. Ancor più schifoso dell’accettazione, il godimento. Ma che merde siamo? Ma come ci siamo ridotti? Ognuno a pensare al proprio orticello, terrorizzati da quello che le istituzioni possono farti, da quello che “pensano gli altri“. 

Cha no yu

Mi devo sfogare

Ciò che fa un po’ più impressione, però, non sono quelli che sai che sono così, no. Lo sapevi, mica ti sorprende, anzi, alla volte ho visto un approccio decisamente più equilibrato da parte di certi irriducibili cattivoni. Quelli che mi hanno davvero raggelato il sangue sono quelli che si sono professati fino all’ultimo je suis, i difensori dei deboli degli oppressi. I paladini di “tutte le minoranze nessuno escluso“. Ma vaffanculo. Sono quelli che hanno difeso la qualunque, hanno “je suito” tutto quello che potevamo jesuire, je suis di qua, je suis di là. Ricordi vero tutti i “Je suis” che abbiamo dovuto subire?
 
Si sono presi la briga di dire che, anche se stiamo parlando di un boss mafioso che ha sciolto i bambini nell’acido, ha scontato la sua pena e quindi è giusto che venga liberato. Benissimo! Possiamo contare su uno stato equo e super partes.
Sono e siamo scesi in piazza per i baristi, i ristoratori che sistemavano i piatti per terra, abbiamo applaudito agli eroi che salvano la vita negli ospedali, anche se qualcuno non è sempre stato proprio ligio e si prendeva le ferie nel momento di massimo picco di accessi negli ospedali. Furbacchioni, me lo ricordo io…birichini.
 
Hanno voluto il reintegro di quelli che “sbeggiano” in comune (o qualsiasi altra pubblica amministrazione) e che andavano al bar e o fare la spesa. O entrambe le cose. Hanno prima sospeso e poi “spostato” maestre che picchiavano i bambini all’asilo. Picchiavano i bambini cazzo, e non gli abbiamo tolto un euro dallo stipendio! Non hanno licenziato gli operatori sanitari che maltrattavano i nostri nonni nelle case di cura lager. Forse licenziati 2 su 30…Quante volte ho sentito dire a molti imprenditori “magari potessi licenziarlo, ma è un casino!” Ma come? In che senso è un casino? Ah ma allora è quello che vogliamo.
 
Comprendono, o quanto meno non vogliano mai che si esageri per non passare dalla parte degli aguzzini, quando la legge italiana condanna un pedofilo da tre a sei anni di reclusione (La pena è aumentata se il compimento degli atti sessuali con il minore che non abbia compiuto gli anni quattordici avviene in cambio di denaro o di qualsiasi altra utilità, anche solo promesso). Ripetiamo insieme, da tre a sei anni di galera, spesso ai domiciliari o con obbligo di firma per paura delle conseguenze che potrebbe subire in carcere, una persona che commette un reato di pedofilia, ma al quale non viene negato di andare a lavorare. Hanno allontanato – senza altre condanne – i preti che si macchiano degli stessi infami, bastardi reati.
 
Si sperticano per farci aprire le braccia (e ben venga) agli stranieri, che per forza di cose sono costretti a delinquere perché vivono in situazioni disagiate e spesso al limite, e quindi via con la tiri tera del “bisogna aiutarli“. E Va bene, ci mancherebbe altro.
Si strappano vesti e capelli, gridando al nuovo medioevo e alla disgrazia mondiale quando non passa una legge che dovrebbe condannare tutti (ripeto, TUTTI) gli atti di discriminazione. Però, il fatto che centinaia di migliaia – se non milioni – di persone resti senza il lavoro e senza sostentamento, per questi cialtroni è normale. Anzi, per qualcuno credo sia proprio una goduria.
 
E’ così vero? Dicci la verità, omuncolo o donnuncola qualunque, dillo che godi di questo momento in cui molte persone stanno vivendo delle grandi difficoltà. Eh lo so. Eccome se lo so. Deve essere davvero una goduria unica. Sai perché so che ti sta piacendo tanto? Perché sei la rappresentazione più ovvia della frustrazione, la becera e ignobile rappresentazione di una piccola borghesia che ha bisogno di infilare a tutti i costi dentro ad una pubblicità, ad una trasmissione, ad un suo post un diverso davvero diverso, un reietto veramente reietto.
 
Quella gente lì è la stessa che se vedesse Gianluca Gori dire le stesse cose che dice vestito da Drusilla, non lo cagherebbe. Forse lo piglierebbe anche per in giro. Siamo circondati dal politicamente corretto, quando quel corretto non è sotto casa nostra, ma lontano. Se non fisicamente, ideologicamente. Come diceva il buon Gesù, nessuno è profeta in patria. E lo cito da ateo. Vedi amico mio, la gente che sadicamente è felice di questa situazione non mi fa paura. Mi fa schifo e compassione.
 
Tu godi perché donne, uomini, transgender, omosessuali, neri, bianchi gialli, rossi, blu, atei, cristiani, musulmani, indù, scintoisti, persone di ogni ordine e grado, di ogni estrazione sociale e cultura (ma con la sfiga di avere più di 50 anni), oggi sia nei guai.
Come faccio a meravigliarmi di avere (ancora!) quella disgrazia di brunetta (con la minuscola assolutamente voluta) al governo, se poi una parte troppo cospicua di abitanti di questo paese è una sua replica? Solo più alta.
Ma come fai? Non ti fai schifo? Sicuro?

Entriamo brevemente in medias res

Gli ultra-cinquantenni renitenti alla «chiamata vaccinale», in forza di questa assurda previsione normativa, vengono – a mio parere – ingiustificatamente discriminanti rispetto all’accesso ai luoghi di lavoro, eppertanto rispetto alla prestazione della loro opera lato sensu professionale, tanto con riguardo a coloro i quali si sono sottoposti alla vaccinazione “de qua”, quanto con riguardo a coloro i quali, avendo un’età inferiore e non essendo destinatarii dell’obbligo succitato, possono sostituire la certificazione dell’avvenuta vaccinazione con la certificazione verde di base ottenuta a seguito del tampone negativo. Pratica quest’ultima tutt’ora in vigore e a pieno ritmo.
 
La discriminazione – sempre a mio parere – è evidentemente ingiustificata rispetto alla necessità di evitare i contagi: quale maggiore rischio di diffondere il virus, infatti, correrebbe l’ultra-cinquantenne sottoposto a tampone con esito negativo rispetto al collega, fortunato lui, più giovane, parimenti risultato sano al medesimo screening? Quale maggiore rischio di diffondere il virus, poi, corre l’ultra-cinquantenne sottoposto a tampone con esito negativo rispetto al collega, anche coetaneo o più vecchio, il quale, essendosi vaccinato, non si sottopone a nessun controllo periodico, pur potendo egli stesso infettarsi e infettare, anche inconsapevolmente e senza alcuna sintomatologia? 
 
Ecco, io credo che Questa bizzarra situazione vada spiegata molto bene e suffragata in modo estremamente serio, altrimenti siamo, per citare i latini, di fronte ad una minchiata clamorosa.
Almeno adesso c’è anche il rischio guerra dai.

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