Tra le virtù del barcaiolo questa era una delle più grandi: sapeva ascoltare come pochi. Senza ch’egli avesse detto una parola, Siddharta parlando sentiva come Vasuveda accogliesse in sé le sue parole, tranquillo, aperto, tutto in attesa, e non ne perdesse una, non ne aspettasse una con impazienza, non vi annettesse né lode né biasimo: semplicemente, ascoltava.

IL BARCAIOLO

Siddharta sentì quale fortuna sia imbattersi in un simile ascoltatore, affondare la propria vita nel suo cuore, i propri affanni, la propria ansia di sapere.
[…] “Ti ringrazio,” disse Siddharta “ti ringrazio e accetto. E ti ringrazio anche d’avermi ascoltato così bene! Sono rari gli uomini che sanno ascoltare, e non ne ho mai incontrato uno che fosse così bravo come sei tu. Anche in questo avrò da imparare da te”.
“Imparerai anche questo,” disse Vasuveda “ma non da me. Ad ascoltare mi ha insegnato il fiume, e anche tu imparerai da lui. Lui sa tutto, il fiume, tutto si può imparare da lui. Vedi, anche questo tu l’hai già imparato dall’acqua, che è bene discendere, tendere verso il basso, cercare il profondo. Il ricco e splendido Siddharta diventa garzone al remo, il dotto Brahmino Siddharta si fa barcaiolo: anche questo te l’ha detto il fiume. E anche il resto lo imparerai da lui”. […]

Herman Hesse, “Siddharta” [Il barcaiolo]

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