video gallery

#101. UNA BUONA FOTOGRAFIA

Cos’è che distingue una buona fotografia da una fotografia mediocre? E quali sono le proprietà essenziali affinché una foto possa considerarsi davvero riuscita? Intanto iniziamo con il dire che la lista delle caratteristiche e dei requisiti che in genere vengono considerate corrette da un punto di vista tecnico e concettuale è lunga e, lasciatemelo dire, decisamente impervia. 

Dalla perfetta  messa a fuoco, ad un’adeguata esposizione che copra l’intera gamma dinamica, passando per la composizione che possa essere soddisfacente per la maggior parte degli osservatori, sia professionisti che amatoriali, fino alla scelta del soggetto che, in qualche modo, deve risultare interessante, originale o, almeno, intrigante. Si tratta, insieme a tante altre (come la capacità di cogliere l’attimo, la visione, la sensibilità, la voglia di ricerca), di capacità fotografiche – e non solo – fondamentali, imprescindibili. Almeno sulla carta. 

Diciamo che, mediamente, sarebbe auspicabile mirare a padroneggiare tutti questi “super-poteri“, soprattutto per poter scegliere quando usarli, quali usare e come sfruttarli al meglio. Una buona fotografia, tuttavia, può anche “aver scelto” di non utilizzare nemmeno uno di questi poteri. La differenza sta nella scelta e, a lungo andare, si vede. Un conto è sovraesporre per errore, bruciare i neri inconsapevolmente o sfocare a causa di scarsa attenzione, un altro è farlo deliberatamente per scelta e per ottenere un certo risultato o, ancor meglio, una visione. 

IGNORARE IL GREGGE

La scelta come arte

Buona parte del processo decisionale, di ricerca e di sviluppo del proprio concetto di fotografia possiamo racchiuderlo in una sola parola: arte. Una buona fotografia non è sempre arte, anzi, ma dovrebbe provarci. Dovrebbe raccontare più di ciò che è impresso, dovrebbe viaggiare più di quanto il fotografo abbia viaggiato per catturare il momento. Una buona fotografia non deve contenere al suo interno tutte le attività che il processo di creazione prevede: deve contenere quelle necessarie per raggiungere il nostro obiettivo. Questo dovrebbe valere per tutte le arti e, cosmicamente, per tutto quello che realizziamo. Per fare una bella casa non è necessario utilizzare qualsiasi materiale utilizzato in edilizia, è fondamentale fare un uso adeguato e perfetto del materiale scelto. 

certezza

Le caratteristiche di una buona fotografia

Ma è possibile, tirando un po’ per i capelli il discorso, riassumere in punti fondamentali quali sono le caratteristiche di una buona fotografia? Forse è una forzatura, ma tanti fotografi, maestri, critici hanno provato a fare diversi vademecum (tecnici e filosofici) ottenendo quasi tutti delle linee guida generali che tutti possiamo accettare. A me piace il sunto fornito da Michael Freeman che individua in questi 6 punti, le principali qualità per definire una fotografia una buona fotografia. 

  1. E’ realizzata in modo professionale, seguendo i crismi tecnici e teorici. Non sconfina nel tecnicismo fine a se stesso.
  2. Provoca una reazione da parte dell’interlocutore. Non si limita alla precisione dello scatto, ma vive e fa vivere un’esperienza sensoriale.
  3. I livelli di esperienza sono molteplici, così come il pubblico di riferimento. Una buona fotografia è in grado di unire più ambiti.
  4. Appartiene a pieno titolo al contesto in cui viene proposta o lo soverchia in modo intelligente, creandosi uno spazio personale a pieno titolo.
  5. Ha un’idea precisa e strutturata. Semplice o complessa, elementare o profonda non ha importanza. L’idea è al centro.
  6. Non imita, cercando di essere personale e unica. Ogni immagine, anche dello spot più scontato, può essere completamente nuova.

Per rispondere al meglio alla domanda “è una buona fotografia”, credo sia giusto porsi alcune domande, tipiche di chi fa lettura di un portfolio fotografico in ambito professionale. Spesso ci si immagina che chi è tenuto a “leggere” le opere di un fotografo debba necessariamente rifarsi a particolari cliché, strumenti accademici e conoscenze verticali. In realtà, ammesso che alcune conoscenze storiche ed accademiche siano di grande aiuto, nella maggior parte dei casi chi si occupa di critica si fa sempre molte domande e, spesso, estremamente semplici. 

Domande “critiche”

  • Cosa mi colpisce di questa fotografia? 
  • Qual è il genere fotografico al quale si è ispirato/a? (paesaggio, ritratto, documentarista, street, sperimentale, minimal ecc.)
  •  E’ previsto un uso specifico? Va su un giornale? E’ una fotografia artistica? 
  • Cosa capisco del contesto? E’ chiaro fin da subito, o esistono più piano interpretativi? Quali? 
  • L’immagine è casuale, immediata, studiata a tavolino, ricercata? 
  • Quali sono i dettagli tecnici che si evincono semplicemente guardando la foto? Esposizione, fuoco, colori/bianco e nero, tempi, diaframma
  • Ci sono caratteristiche peculiari o estreme? Uso della luce maniacale, colori iper-saturi, dettagli 
  • Qual è lo scopo finale del fotografo? Pubblicità, mostra, denuncia, autoreferenza, documentazione personale
  • L’immagine, al di là di tutte le considerazioni tecniche, filosofiche e di concetto, funziona? 

Domande tutt’altro che complicate, almeno per chi ha deciso di fare della fotografia qualcosa di più di un semplice passatempo, ma essenziali per approfondire il concetto di buona fotografia. 

Keypoint: una buona fotografia non basta. E’ necessario avere una “buona visione”

 

Spread the word. Share this post!