È davvero singolare, a tratti fastidioso e talvolta ipocrita, sentir dire, di fronte a tragedie come quella accaduta alla giovane Giulia, “dobbiamo educare i nostri figli“. Ma chi dovrebbe esattamente educarli? Gli stessi che dovrebbero farlo, ovvero noi tutti, non solo le famiglie, sembrano essere gli stessi che compiono azioni contrarie a quell’educazione così tanto invocata. Gli adulti che dovrebbero impartire lezioni di rispetto sono gli stessi che parcheggiano in modo egoista davanti alle scuole dei propri figli, giustificandolo con la fretta di andare a lavorare. Sono i dirigenti aziendali che praticano il bullismo sui propri dipendenti e gli insegnanti che deridono coloro che dovrebbero educare. Sono i funzionari delle istituzioni che si dimostrano rigidi come un paletto di frassino nel cuore di Dracula e i direttori di banca che si rifiutano di concedere ciò che è nel loro dovere concedere!

Chi siamo?

Siamo quelli che sfruttano giovani lavoratori, promettendo quattro ore di pagamento ufficiale ma facendone lavorare quattordici, spesso in nero. Siamo coinvolti nella perversione di imporre tesserini per entrare in ristoranti, dimenticando che la stessa flessibilità non ci è stata concessa in passato.

Siamo coloro che escludono bambini dalle feste di compleanno per motivi superficiali, che ignorano i pedoni sulle strisce e che si lamentano quando un automobilista ci lascia passare, solo per presunzione. Siamo quelli che, anche dopo aver mangiato, occupano un posto in un luogo affollato, ignorando chi aspetta pazientemente. Siamo quelli che parcheggiano negli spazi riservati ai disabili senza alcun diritto, persino dopo che la persona avente diritto non c’è più.

Siamo la generazione che non riesce a prendersi cura dei propri genitori e nonni, affidandoli alle cure di estranei spesso poco accoglienti. Siamo gli stessi che fomentano litigi nei condomini solo per rendere la vita difficile al vicino.

Siamo quelli che permettono agli influencer senza un briciolo di talento, capacità, competenza, skill, di guadagnare in un anno quello che un medico, un ingegnere, un astronauta forse non guadagnano nemmeno in una vita. Un astronauta cazzo! Lo fate guadagnare di meno di Khaby coso, come cazzo si chiama anche lui! E no, non c’è con lui, ma con chi lo segue. Smettetela cazzo!

Ma chi sono gli educatori che dovrebbero insegnare ai nostri giovani? Sono forse coloro che si preoccupano solo di estetica e apparenze? Quelli che cercano una nuova giovinezza a 50 anni? Tonino da Velletri, la zia Pina, la professoressa di Italiano o il dottor sti cazzi? Forse quelli che ancora scrivono “le foto sono mie e non vi do il permesso!”?

Personalmente, mi sento inadatto a tale compito. Con i miei difetti e la mia irritazione verso chi guida a 56 km/h davanti a me, credo che il mio unico modo di stare tranquillo sia mantenere una distanza sicura dalle persone.

La triste storia di Giulia mi addolora profondamente, come ogni altra storia simile. Tuttavia, se siamo noi ad educare i nostri giovani, temo che dovremo continuare a vedere episodi del genere. La strada verso un cambiamento reale sembra ancora lunga e complicata, ma dobbiamo iniziare da noi stessi, dalla nostra coerenza e dal nostro impegno quotidiano per trasmettere i giusti valori alle generazioni future.

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