Nei primi anni Sessanta, Gbadolite era un piccolo villaggio di capanne di fango. Mobutu Sese Seko prese il controllo della Repubblica democratica del Congo nel 1965,e  fu l’inizio di un regno di 32 anni caratterizzato da tirannia e stravaganza.

Gli anni d’oro della Versailles della Giungla

Nei suoi anni al comando della nazione – che nel 1971 ribattezzò Zaire – Mobutu eliminò sindacati, torturò dissidenti, ordinò esecuzioni pubbliche e si appropriò di miliardi di dollari, che usò anche per costruire una residenza di lusso nei pressi di Gbadolite. Nota come la Versailles della Giungla, l’area era alimentata dalla centrale idroelettrica che Mobutu fece costruire nel 1989. La nuova zona elegante comprendeva ville, scuole, ospedali, un hotel a cinque stelle, una fabbrica della Coca-Cola e tre enormi palazzi, uno fatto di pagode cinesi.

L’aeroporto di Gbadolite aveva un terminal VIP decorato d’oro e la sua pista poteva accogliere costosi Concorde. Una volta atterrati, i dignitari stranieri venivano portati in Mercedes-Benz nel palazzo privato di Mobutu. Lì facevano un tuffo in una delle due piscine, oziavano sui divani rococò e consumavano cene sontuose con ingredienti da gourmet fatti arrivare dalla Francia.

Dopo la deposizione di Mobutu nel 1997 e la sua morte per cancro alla prostata pochi mesi dopo, le parti più scintillanti di Gbadolite iniziarono a sbiadire. Centinaia di membri del personale, tra cui autisti, cuochi e domestici smisero di frequentare il palazzo.

Le erbacce crebbero tra il marmo, i vetri colorati e l’oro. I cancelli del palazzo sono ancora intatti, ma buona parte dei tetti è crollata. Le travi d’acciaio del soffitto fanno della residenza un tempo lussuosa un lugubre scheletro. Una scuola improvvisata funziona davanti a uno degli edifici di Gbadolite. Alcuni murali di Mobutu, che lo ritraggono con il tipico cappello di pelle di leopardo, sono sopravvissuti. Il suo faccione sorridente vive ancora a Gbadolite. 

 

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