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#364. RINGRAZIARE, UN “GESTO” CHE SI FA POCO E MALE

Pensare è difficile, per questo si fa poco. Ringraziare lo si fa ancora meno, quindi risulta ancor più difficile. Quasi tutti preferiscono copiare ed usare idee di altri…questo è il periodo giusto, il momento del copia incolla furente, del “a te e famiglia” compulsivo, del collezionismo.

Siamo subissati di “grazie, siete stati davvero tantissimi“, nonostante sappiamo perfettamente tutti che, se non ci fosse un algoritmo a ricordarci feste, compleanni ed eventi, non avremmo nemmeno idea di chi minchia sia quella/o da cui stiamo ricevendo i suoi migliori auguri.

Ma cosa mai si può dire oltre a “grazie per…”? Un mondo di cose. Prima di tutto nominare l’interlocutore, cercando di avviare un minimo di empatia. Non limitiamoci a “Ciao cara“, “Tesoro come stai?” o “grande bomber!” Fa schifo! Cazzo, ma possibile?

Diciamo tanto che odiamo la falZità e l’ipocrisia e poi? Chiamiamo tutti allo stesso modo…come se avessimo paura di confondere la moglie con l’amante. 

Ringraziare non ha mai ucciso nessuno. “Grazie” ha dentro di se la magia del sorriso e, se di fronte troviamo chi non si rende conto di quanto sia meraviglioso ringraziare, ricordiamoci sempre che lo stronzo è lui (o lei, le donne non sono immuni), non noi!

Il ringraziamento cumulativo ci sta, ovviamente; in alcune occasioni è l’unico modo che abbiamo per ringraziare una moltitudine di persone: che so, il matrimonio, la festa di laurea.

Ma ringraziare cumulativamente, sprecandosi con un “non riuscirò a rispondere a tutti, siete davvero troppi” è ridicolo e terribilmente irritante! Soprattutto quando a ricevere auguri o complimenti non è Jennifer Lopez o Leonardo di Caprio ma un ciccio pasticcio qualunque come posso essere io.

Ringraziate uno ad uno, chiunque abbia preso un secondo per scrivervi. Passeremo la nostra giornata a ringraziare? Bene, non c’è ricompensa migliore! E se non vogliamo passare il giorno del compleanno a ringraziare lo faremo i giorni a seguire. No, non siamo così impegnati. 

Ringraziare è un gesto nobile, bello. Educato. Essere educati non va di moda: si preferisce essere scorbutici, arroganti, superiori. Viviamo il gesto del ringraziamento come un segno di debolezza. Quanto siamo stronzi a pensarla così…


Grazie” è un abbraccio trasformato in parola. 


E’ un anno che scrivo…ogni giorno. Ogni fottuto giorno che mi è stato regalato ho scritto, fosse anche solo un pensiero e, qualcuno, non decine di migliaia certo, ma qualcuno mi ha letto e io ne sono felicissimo e non posso che ringraziare, con il cuore. L’ho fatto singolarmente quando ne ho avuto la possibilità e lo faccio ora verso tutti, anche se non siete affatto tantissimi! 🙂

Domani è l’ultimo giorno dell’anno e non ho idea su cosa scrivere, ecco perché ringrazio adesso. Non mi piace ringraziare “per tutto”, puzza di fine. Per me invece siamo solo all’inizio e mi piace dire grazie per ciò che è stato: per avermi letto. Grazie. 

Keypoint: grazie.

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