#117. ESPERIENZE
Per vari motivi ho visitato la Russia diverse volte, l’ultima volta fu nel 2003, di quelle esperienze lavorative che non dimentichi. Al tempo ero un non so bene cosa in uno strano studio di progettazione d’interni e vendita di mobili. Partii alla volta di Mosca per consegnare cento chili di pregiate tende italiane e per fare dei rilievi in alcune sontuose ville russe di alcuni altrettanto sontuosi proprietari. Quanto arrivai all’aeroporto di Mosca, durante i controlli in dogana mi aprirono anche le scarpe! Non fu una gran bella esperienza. Ero solo, capivo ben poco di quello che mi dicevano e i miliziani erano tutt’altro che pacati..Era un momento di forti tensioni politiche. Da poco era scoppiata la seconda guerra cecena e l’albergo dove dovevo soggiornare subì un attacco terroristico.
Era il nove dicembre del 2003, un freddo record. Dopo i controlli fuori dall’aeroporto trovai Luis – un cileno che rappresentava lo studio a Mosca – per portarmi all’hotel National, nella centralissima via Tverskaia; ci avviamo in auto e parliamo della situazione tesa che si vive in quei mesi a Mosca a causa del conflitto ceceno, quando gli arriva una telefonata. In silenzio ascolta il suo interlocutore dall’altra parte, mentre impallidisce visibilmente risponde solo con un “в порядке, мы чувствуем после” (“va bene, ci sentiamo dopo”). Chiedo cosa sia successo e mi dice che l’hotel dove sarei andato a dormire aveva appena subito un attacco terroristico. In pochi minuti il traffico impazzì.
Solo il giorno dopo venni a sapere che una donna kamikaze si era fatta esplodere proprio davanti all’hotel. Sei morti e tredici feriti. Mi sentii impotente e perso. Nei viaggi precedenti ci ero passato decine di volte davanti a quell’hotel, e di lì a poco ci sarei andato a pernottare. Cambiammo hotel.
Fui contattato anche dal consolato italiano per sapere se era tutto apposto. Ho vissuto sulla mia pelle l’efficacia del controllo dei flussi migratori e della registrazione dei visti lavorativi. Una storia che solamente da lontano mi ha sfiorato, ma mi ha parecchio colpito. Soprattutto considerando che l’anno prima ero stato in un altro hotel che aveva chiuso il piano sopra il mio per lo stesso motivo…
Sono rimasto completamente rapito e affascinato sia da Mosca che da San Pietroburgo. Sono città senza tempo e vivono contrasti quasi violenti. Di ogni luogo che abbiamo la fortuna di visitare, dovremmo portarci qualcosa dentro il cuore. Che siano i sapori, gli odori, le bizzarre abitudini o la folle diversità rispetto al nostro modo di vivere, ogni cosa può arricchirci. Aprire la mente è un esercizio che può donarci molto più di un’esperienza lavorativa dove ci illudono di crescere professionalmente.
Una delle esperienze più magiche che ho vissuto è stato il viaggio notturno in treno tra queste due città. Sette ore di viaggio tra tundre sterminate e boschi di alberi ghiacciati che alla luce della luna appaiono di cristallo. Uno dei quadri romantici più suggestivi che abbia mai visto.
Il tutto mentre viaggi in una cuccetta confortevole e calda, arredata in modo semplice ma di gusto. I dettagli sono quelli tipici dei romanzi dei grandi scrittori russi: le tende drappeggiate, i letti dal disegno “zarino”, le grandi finestre attraverso le quali puoi vedere piccole casette di legno con flebili luci alle finestre; un mondo incantato fermato dai ghiacci e illuminato dalla tersa luce lunare. Puoi pensare a tutto, e tornare indietro nel tempo. Fino agli albori.
Keypoint: non importa quali esperienze si facciano, l’importante è viverle intensamente e onestamente.