#176. IMMAGINI SOCIAL
Tra il 1949 e il 1967 Italo Calvino, attivissimo sui social e vera web star di Instagram, condivideva alcuni post, che molti hanno poi successivamente rinominato in “novelle”, i quali vertevano sui più disparati argomenti, uno in particolare recitava più o meno così:
“Basta che cominciate a dire di qualcosa “Ah che bello, bisognerebbe fotografarlo!” e già siete sul terreno di chi pensa che tutto ciò che non è fotografato è perduto, che è come se non fosse esistito, e che quindi per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e per fotografare quanto più si può bisogna: o vivere in modo quanto più fotografabile possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della propria vita. La prima via porta alla stupidità, la seconda alla pazzia”
Rileggendo queste parole viene da pensare che Calvino abbia avuto la macchina del tempo e sia tornato indietro per scrivere le sue novelle. La realtà è che non c’è nulla di così incredibile in quello che la massa sta compiendo: siamo solo più informati e le possibilità sono aumentate, anche grazie ai costi relativamente contenuti degli strumenti hardware e software (che molti trovano contraffatti…)
Il primo “selfie” della storia fu scattato nel dicembre del 1920 a New York da cinque fotografi baffuti con in mano una macchina fotografica davvero antica e pesante. I cinque fotografi lavoravano per lo studio Byron Company, uno studio ancora operativo fondato nel 1892 e considerato dai Newyorchesi uno dei più importanti studi di fotografia della città. Nell’atto dell’autoscatto moderno, quello social, ci sono due elementi imprescindibili: la consapevolezza e il fatto di reggere la fotocamera (o il cellulare) con le mani. Guardando la loro foto sembra proprio che ci siano tutte la carte in regola per decretare questo scatto il primo selfie della storia! 🙂
Quello che sembrava presagire Calvino, la frenesia dello scatto, altro non è che la naturale evoluzione della mania umana di voler apparire. Al mondo ci sono più fotografi che mai, e il loro numero tenderà a crescere. Ma scattare foto, come tutti sanno, non è semplicemente premere su un pulsante. Ma questa fase è già stata superata da parecchio, e chi si ostina a dire che la differenza sta in questa quisquilia, senza approfondire, non ha le idee ben chiare. Il concetto di fotografia non sta perdendo valore, aumenta con il calare della qualità diffusa. Il concetto base è che la maggior parte di quello che è il nostro potenziale pubblico, non è preparato. Per leggere criticamente un’immagine è necessario considerare:
- La tecnica
- La composizione
- Il colore
- La luce
- L’attimo
- Il contesto dello scatto
- Il momento storico
- Dove è mostrata
- Il messaggio
Sono pochi quelli che realmente possono leggere in modo sensato un’immagine facendo riferimento ai punti precedenti. Se imparassimo ad analizzare con gli strumenti adeguati i miliardi di scatti che ci compaiono davanti – scrollando un cellulare – e dedicassimo 3 secondi a dire “fa schifo“, avremmo un milionesimo delle foto che ci vengono propinate…ma avremmo sicuramente anche meno amici. 🙂
Keypoint: ci sono foto che ci colpiscono al momento, altre che rimangono. I fotografi mirano a quello, gli altri scattano.