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#151. LA PAURA DEL DOMANI

Quanta paura abbiamo del domani? Quante volte ci è balenato nella testa di dire tutto ciò che veramente pensavamo, di dire esattamente le cose come stanno? Quando veniamo provocati, quando viviamo un sopruso, un’angheria, un’ingiustizia, è davvero terribile dover tenere a freno la lingua, dover trattenersi: vorremmo gridare che non è giusto, che ci siamo scocciati, che ne abbiamo le palle piene! Poi, però, ci ritroviamo a dover “mangiarci la lingua”, entrano in moto meccanismi mentali che assumono il controllo delle nostre azioni e restiamo pietrificati, a subire. 

L’idea delle conseguenze a cui potremmo approdare dicendo ciò che pensiamo veramente ci spaventa, tanto. Sentiamo che potremmo venire licenziati – o comunque emarginati – che chi ci sta vicino potrebbe lasciarci, che la famiglia non ce lo perdonerebbe mai o che i nostri amici più intimi mai vorrebbero stare con noi. Ferendo i sentimenti degli altri, temiamo che le persone possano considerarci cattivi, sprovveduti, magari stupidi, arcigni, egoisti. Pensiamo che non possa essere accettato questo nostro “colpo di testa”, e restiamo in silenzio, piegandoci alle condizioni peggiori pur di non dire (o fare) ciò che avremmo voluto dire (o fare). 

Questa ossessione per gli effetti collaterali non ci fa inquadrare il mondo nella maniera giusta. Quante volte ci è capitato di subire, dalla famiglia, dagli amici, dal partner? Eppure siamo ancora lì e, nella maggior parte dei casi, nulla di così sconvolgente è successo. Ci si chiede allora perché questo non possa accadere anche a noi in caso esprimessimo un pensiero non proprio mainstream. Gravati come siamo dalla paura delle conseguenze, esternare le nostre reazioni in maniera spontanea ci risulta praticamente impossibile. Così facendo rischiamo di restare per sempre schiavi del terrore e immobilizzarci in uno stato che ci impedisce di reagire, convincendoci che non ci sia possibilità di cambiare. 

E’ sì vero che questo è un atteggiamento protettivo, ma le conseguenze sono importanti. Questa modalità distrugge la nostra vera natura e soffoca il nostro spirito combattivo, impedendoci di sfruttare tutte le nostre potenzialità e qualità. Questo avviene perché molte persone sono solite decidere il risultato delle proprio azioni molto prima che queste avvengano, adottando una linea di condotta difensiva che ci porterà inevitabilmente a scocciature e preoccupazioni. 

Non ci sono veri e propri metodi, o scuole, per cambiare questo atteggiamento, ma ci si può ALLENARE. Solo esercitandosi, pian piano, possiamo uscire da questo status di pungiball emotivo. Come? Ad esempio cominciando a dire qualche piccolo NO.

Keypoint: piano piano, passo dopo passo, la paura non scomparirà, ma avremo gli strumenti per riderci sopra. Cominciamo a dire qualche no per salvaguardarci.  

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