L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare“.
(Proverbio giapponese)

La forma più evidente di pensiero è quella che viene pronunciata o scritta. Per secoli l’uomo ha tramandato oralmente il suo sapere, passandolo in deposito di generazione in generazione, sempre uguale a quello delle origini o implementato, migliorato, modernizzato. 

Poi si è così tanto infervorato per la scoperta della scrittura che ha dimenticato questa forma di comunicazione verbale, ritenendo che solo quella scritta avesse il privilegio e la capacità di trasmettere la verità, avesse la capacità di superare il trascorrere del tempo…ora spesso l’uomo che vuole recuperare la forza del pensiero deve passare da un mondo vociante e iper-comunicativo al silenzio, perché solo nel silenzio si può ritrovare il giusto tono della parola. 

Il silenzio non è mancanza di voce, non è incomunicabilità, è il saper ricondurre il proprio pensiero alla sua forza ancestrale, una forza che l’espressione distorce e, talvolta, svilisce. 

IL SILENZIO

Nell’epoca attuale, dominata da un incessante flusso di parole e immagini, il silenzio assume un valore sempre più prezioso e significativo. “L’uomo in silenzio è più bello da ascoltare”, recita un antico proverbio giapponese, ricordandoci che esiste una forma di comunicazione profonda e ricca che va oltre le parole pronunciate.

La riscoperta del silenzio: Da secoli, l’umanità ha valorizzato il potere della parola. Il trasferimento del sapere attraverso racconti orali è stata una delle prime modalità di condivisione del conoscere e del sentire umano. Questo flusso di conoscenza si è evoluto con l’introduzione della scrittura, che ha rivoluzionato la nostra capacità di conservare e trasmettere il pensiero umano. Tuttavia, nell’euforia del progresso, abbiamo progressivamente sottovalutato il potere del non detto, del silenzio.

Il silenzio non è semplicemente assenza di suono. È un vuoto fertile, uno spazio di potenzialità dove il pensiero si condensa e acquista forza. In un mondo che idolatra la quantità informativa, la qualità del silenzio offre una pausa riflessiva, un momento per riassaporare il valore intrinseco delle nostre idee e delle nostre emozioni.

Il silenzio come fonte di verità: Nel silenzio, le distrazioni si attenuano e la mente può navigare verso una comprensione più profonda di sé e del mondo. È in questi momenti di quiete che spesso emergono le verità più autentiche, quelle non filtrate dal rumore esterno o dal bisogno di essere immediatamente comprese o accettate dagli altri.

La comunicazione non verbale: Il silenzio è anche un potente strumento di comunicazione non verbale. Attraverso il non detto, le pause, i gesti e le espressioni, comunichiamo forse più di quanto faremmo con mille parole. Questi elementi non verbali della comunicazione arricchiscono il nostro modo di interagire, permettendoci di trasmettere e ricevere messaggi su un livello più intuitivo e empatico.

La sfida del silenzio nell’era digitale: Nell’era digitale, trovare spazio per il silenzio può sembrare una sfida insormontabile. Siamo costantemente bombardati da notifiche, messaggi, e-mail e stimoli di ogni tipo. Tuttavia, è proprio in questo contesto che il silenzio diventa una risorsa cruciale per mantenere la nostra integrità mentale e emotiva.

Decalogo del silenzio

Per integrare il silenzio nella nostra vita e riscoprire il suo valore, propongo un decalogo pratico:

  1. Designa tempi di silenzio: Stabilisci periodi della giornata dedicati al silenzio, utili per riflettere o semplicemente per non fare nulla.
  2. Disconnettiti: Limita l’uso di dispositivi digitali per alcuni momenti della giornata per ridurre le interruzioni.
  3. Pratica la meditazione: La meditazione è un ottimo modo per introdurre il silenzio nella tua routine quotidiana.
  4. Ascolta attivamente: Quando ascolti gli altri, non preparare la tua risposta mentre parlano; ascolta davvero.
  5. Sii presente: Quando sei in compagnia, cerca di essere realmente presente, senza distrazioni esterne.
  6. Valorizza le tue parole: Parla quando hai qualcosa di significativo da dire, evitando di parlare solo per rompere il silenzio.
  7. Goditi la natura: Trascorri tempo nella natura, che è un maestro silenzioso e profondo.
  8. Riduci i consumi mediatici: Seleziona con cura ciò che leggi, guardi e ascolti.
  9. Pratica l’arte dell’osservazione: Impara a osservare senza il bisogno di commentare o giudicare immediatamente.
  10. Cerca ambienti tranquilli: Trova o crea spazi nella tua casa o nel tuo luogo di lavoro dove il silenzio è la norma, non l’eccezione.

Adottare il silenzio non significa rinnegare la ricchezza della comunicazione verbale, ma integrarla con una dimensione più profonda e meditativa. Ricorda, in un mondo che non si ferma mai di parlare, a volte l’uomo in silenzio è davvero più bello da ascoltare. Nel silenzio, troviamo la forza del pensiero e la chiarezza dell’essenza, tesori che nel frastuono quotidiano rischiamo di perdere.

Il pensiero deve essere lasciato libero di fluttuare, in silenzio.  

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