Capita spesso che, in qualità di persone “bloccate” – come artisti o come professionisti, ma non solo – ci si ponga nei confronti degli altri con aria supponente e di critica. Sentirsi bloccati può scatenare il nostro peggiore io interiore.
Ci mettiamo sul piedistallo, pronti a criticare quelli che invece sono nel mezzo della mischia a fare: “Non è poi così bravo“, “Se avessi le stesse possibilità mi verrebbe anche meglio…“, e così via. In molti casi dire cose simili di un artista o un professionista, magari di successo, non è del tutto falso. Magari è vero, magari abbiamo ragione, perché molte volte è l’audacia e non il talento a portare una persona a conquistare ciò che cercava.
Lo capiamo perfettamente che l’atteggiamento da prima donna è semplicemente autoreferenziale e che, a lungo andare, non potrà portare a nulla: non è invidia, ma una condizione di ulteriore immobilizzazione che rafforza la condizione di blocco. Il talento, se c’è, viene riconosciuto, ma quando manca e i fattori di successo sono altri, ecco che si scatena dentro di noi una rivalsa emotiva.
Predichiamo a noi stessi, e ad altri malcapitati, “Potrei fare molto meglio, se solo…” Potremmo fare molto meglio se solo ci riconoscessimo la possibilità di farlo! Questo è il punto. Dobbiamo cominciare a spostare il focus dagli altri a noi. Non dobbiamo parlare o pensare male delle altrui gesta, ma parlare e pensare positivamente delle nostre. Se pensassimo un po’ di più a cosa facciamo noi rispetto a ciò che fanno o dicono gli altri, non potremmo lamentarci del tempo che manca. Il tempo lo perdiamo nel momento in cui il focus è spostato su qualcosa di diverso da noi.
SENTIRSI BLOCCATI, TRA INVIDIA E CRITICA
Un conto è farsi ispirare, prendere esempio, talvolta copiare, un altro è togliere completamente la concentrazione da ciò che dobbiamo e vogliamo fare per concentrarci su altro. Per prima cosa dobbiamo soffermarci su ciò che di negativo, ogni giorno, ci diciamo: “non sono capace, non sono bravo, non riuscirò mai a farlo”, e trasformarlo in affermazioni positive, senza alcun confronto né con noi stessi, né con altri: “merito rispetto, merito una retribuzione adeguata, merito di essere felice, ho il diritto di lavorare bene“. Partiamo dalle basi, gli altri NON devono esistere!
Ognuno di noi ha, dentro di se, il proprio censore personale, quello che, nel momento clou è pronto a farci desistere, è il nostro io bastardo che ad ogni nostra positiva affermazione replica causticamente “ma chi ti credi di essere? Non riuscirai mai a…” Ecco, quello è il nostro nemico numero uno, non chi, seppur senza meriti, è riuscito nel suo intento. Se qualcuno volontariamente ci mette i bastoni tra le ruote – oltre ad essere uno stronzo – è sicuramente un elemento che incide sulla nostra riuscita, ma nel caso in cui questo potenziale stronzo non esista, allora dobbiamo trovare il responsabile dentro di noi.
Per sbloccarsi è necessario allenarsi, bisogna esercitarsi ogni giorno.
Ad esempio possiamo provare con dei semplicissimi esercizi:
- Scrivere un paio di pagine al giorno su qualsiasi argomento, nessuna esperienza, nessun giudizio. Solo scrittura libera, di qualsivoglia natura: giornalismo, massime, poesie, racconti di fantasia, ricette inventate, l’inventario di casa, pensieri liberi, recensioni di dischi, film, libri, qualsiasi cosa, ma SCRIVETE!
- Concedersi un appuntamento a settimana con noi stessi di 20/30 minuti, per ritrovare un contatto con l’arte. Il nostro personale contatto. Non dobbiamo necessariamente andare in un museo (mezz’ora non basterebbe molto probabilmente): leggiamo qualcosa su artisti che ci incuriosiscono, contempliamo dei quadri, delle sculture, dei palazzi. Possiamo farlo su internet, in giro per la nostra città, da un amico. Concentriamoci sull’arte che ci circonda, senza giudicarla.
- Passeggiamo, nel verde. Se siete allergici come me…prendete l’antistaminico e andateci lo stesso! 🙂
Lo stato di blocco, sia quello emotivo che quello professionale ed artistico, è una condizione di assoluta normalità che, grazie ad un allenamento costante, è possibile ridurre a momenti davvero circoscritti. Ciò che è davvero importante è concentrarsi su se stessi e non sugli altri.
E’ necessario lasciar accadere ciò che vogliamo che accada.