#51. NON DIMENTICARE LA TUA INFANZIA
Dimentichiamo troppo in fretta di essere stati bambini, discoli, sognatori. In un attimo la nostra infanzia sparisce e, tutto d’un colpo, ci ritroviamo adulti…o presunti tali. Il mito del fanciullino è stato ormai sdoganato da parecchi secoli, ma pare che in pochi abbiano capito cosa realmente significhi mantenere dentro di sé il bambino. Quell’essere che si stupisce, che non smette mai di imparare e che, per buona parte della sua vita, non costruisce strategie maliziose, ma semplicemente strategie. Non è solo istinto, ma l’istinto ha – spesso – l’ultima parola, non è buono a prescindere, ma può migliorare con poche e precise azioni educative e, per natura, è curioso.
L’adulto non usa l’esperienza come trampolino per farne altre, nuove e continue…l’adulto usa l’esperienza per sedimentare le sue credenze, e lo fa con antipatica prosopopea: “dai retta a me, che ho 20 anni di esperienza!” Che palle che siamo noi con la nostra esperienza, con le nostre sicurezze, con i nostri vinili e gli anni passati. Quanto erano meglio gli anni in cui eravamo giovani noi…certo che lo erano! Eravamo inconsapevoli e, forse, potevamo credere nel futuro. Poi ci siamo svegliati qui, e il futuro ce lo hanno portato via. Ma chi è giovane ora, e ha il ben dell’intelletto, lo scopre subito che il futuro gli è stato negato…e allora è complicato restare bambini, sperare, sognare.
Giacomo Leopardi scriveva:
“I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto.”
La capacità di meravigliarsi di fronte alla realtà, tipica dei bambini, viene meno con l’avanzare dell’età. “I grandi” non si stupiscono più di nulla, accettano tutto ciò arriva come un dato di fatto, senza porsi domande. La grandezza di un bambino (e ciò che più ci spaventa) sta proprio nella sua capacità di emozionarsi, nella semplicità di domandare senza avere timore di essere frainteso o giudicato.
Ogni cosa capiti per le mani di un bambino può diventare un gioco, e ogni gioco diventa una scoperta continua, per conoscere se stessi, gli amici, la comunità, il mondo. E lo fanno qui ed ora! Noi, invece, sempre proiettati verso un futuro che magari mai ci sarà, non diamo importanza a nulla, tanto meno alle piccole cose della vita. Mentre noi guardiamo superficialmente la vita che ci passa tra le mani, i bambini “vedono” tutto, ogni particolare, ogni sfumatura, e tutto diventa incredibilmente speciale.
Ritornare bambini significa che ogni giorno ci può regalare qualcosa di nuovo, anche le azioni che compiamo ormai in modo seriale possono avere sfumature sempre diverse; per migliorare la nostra vita dobbiamo vedere come bambini e agire come adulti.
Keypoint: non si finisce mai di…giocare!