Finalmente in spiaggia, una lunga passeggiata, la sabbia che morbidamente massaggia la nostra camminata e il mare che elegantemente appoggia le sue delicate e piccole onde sulla battigia.
Un tramonto all’orizzonte, pochi bagnanti di cui si percepiscono solo le sagome mentre si godono l’ultimo bagno. D’improvviso un grido infernale, poi un altro e poi un altro ancora, rumori assordanti come di bombe lanciate da caccia durante la secondo guerra mondiale…splash! Sorpresina sulla testa e/o sulla spalla. Sono i famigerati gabbiani dal culo allegro.
Perdonate la metafora un po’ forzata, ma era solo per introdurre una tipologia di persone che possono tranquillamente essere paragonate a quei gabbiani. Quelli che ti bombardano con incertezze, con ansie, invidie travestite da consigli alla rinuncia e tutto il repertorio di cattiverie ben assortite.
Di solito sono superiori, colleghi, clienti che innescano questo tipo di sensazioni. Tu lavori sodo, dai l’anima e, senza alcun tatto ti senti dire “non è quello che volevo”. Succede, ci mancherebbe, ma ci sono approcci diversi. Un conto è dire ad un bambino “sei stupido, non fare più così”, un altro è spiegare a quel bambino perché non si doveva fare così e perché si è meritato un rimprovero. Dobbiamo imparare, non dobbiamo essere puniti. C’è una bella differenza.
A questo punto ci troviamo davanti ad un bivio:
- Lasciarsi scoraggiare e dubitare di sé stessi facendo crollare l’autostima.
- Soppesare ciò che ci è stato detto, facendo attenzione a CHI lo ha detto, prendersi un momento di riflessione e fare del nostro meglio.
NON ASCOLTARE I “GABBIANI”
Con amici e conoscenti cavarsela è più semplice. In fondo la vita è nostra e sta a noi decidere. Ma non tutti gli amici-gabbiani che incontreremo ci metteranno in difficoltà. Un gabbiano “vero” aggredisce cercando di rubarci lo snack, mentre un amico sincero ci offre aiuto per valutare al meglio la decisione da prendere.
Genitori e partner, invece, sono candidati più probabili a diventare gabbiani feroci e spesso senza che noi ce ne accorgiamo. Quando si parla di cambiamento non tutti sono d’accordo. Più le persone sono vicine e fidate, più il pericolo di trasformazione in volatile malevolo aumenta.
La parte più difficile è quella di cercare di fidarci delle nostre idee e del nostro intuito. Nel corso di questi interventi cercheremo di farlo, analizzando quella che è la linfa vitale del nostro benessere psichico, sociale e fisico: l’autostima. Che non va confusa con l’arroganza.
Ci faremo “aiutare” da un libro di Nathaniel Branden che, grazie ai suoi 6 pilastri dell’autostima, ci guiderà nell’intricato diritto di essere felici. 🙂
Ci sarà sempre qualcuno che infilerà il becco nel sacchetto delle nostre patatine, ma noi riusciremo sempre ad ignoragli e lasciarli lì con il sacchetto da finire perché, noi, saremo già dieci passi avanti con altrettanti sacchettini. 🙂