Kandinsky Cage

Ho sempre amato Cage, così fottutamente poco originale nella sua follia…ma anche così poco folle nella sua originalità; così lontano dalla spiritualità da rendere ogni suo gesto ai confini tra la metafisica e la vendita di una cassetta di mandarini fuori stagione. Così vicino alla smaterializzazione della materia di Einsteiniana natura e legato intimamente all’astrattismo severo di Kandinsky. Lo stesso Kandinsky pittore e amico di quel Schönberg insegnate dello stesso Cage. Nella sua musica sperimentale (e non solo), c’è tutto l’impegno dell’esecutore da molti stadi prima della mera rappresentazione. Siamo ben al di sopra e oltre quelli nei quali sarebbe attivo [l’esecutore], in particolare in alcune forme di musica occidentale. Viene coinvolto l’intelletto, l’intraprendenza, le opinioni e i pregiudizi, l’esperienza, il gusto, la sensibilità. Non è un caso che nelle partiture della musica sperimentale c’è un vero e proprio insieme di direttive per l’azione (specifica o generale); proprio come nella vita, il quotidiano che in qualche modo ci riporta a risolvere problemi con l’azione.

Citando Cage: “La vita accade in ogni istantee quell’istante è sempre in mutamento. La cosa più saggia da fare è splancare immediatamente le orecchie e sentire improvvisamente un suono prima che il pensiero abbia la possibilità di trasformarlo in qualcosa di logico, astratto o simbolico”.

A palazzo Magnani il labirinto esplorativo nel quale ci si può (e deve) perdere è quello spirituale. Una ricerca della crescente esigenza di spiritualizzazione del lavoro artistico che ha caratterizzato buona parte della poetica tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Come indica la curatrice, “il contesto è quello di una mostra d’arte dove la musica si “rappresenta” attraverso dipinti, grafiche, bozzetti che illustrano scene in cui essa viene eseguita ed ascoltata, attraverso varie forme di scrittura musicale, ma soprattutto attraverso gli esempi dei modelli che la pittura, la scultura, il cinema e il teatro hanno desunto da essa”.

Insomma, se avete voglia e possibilità andate a vedere questa mostra. Io sono tornato arricchito, come (quasi)
sempre ad ogni mostra 

Una gallery di foto rigorosamente scattate con cellulare

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