IN SVEZIA CI PROVANO AD INQUINARE MENO (flygskam)

Un viaggio di quasi 3000 km, da Oslo a Stoccolma, lungo i fiordi, poi immersi nella remota Lapponia ai confini tra Svezia e Norvegia, attraversando tutta la costa orientale fino alla capitale svedese. Il tutto in treno, rinunciando ad un comodo e veloce aereo in nome della salvaguardia del pianeta e per la flygskam. E’ quello che succede nell’estremo nord dell’Europa, nell’Europa che ha dato i natali alla piccola Greta Thumberg e che, in qualche modo, sembra aver smosso le coscienze di alcuni suoi connazionali e vicini di casa. 

Un calo della vendita dei biglietti aerei quasi dell’8% e un conseguente aumento del giro d’affari per le ferrovie norvegesi e svedesi che ringraziano. Questa nuova tendenza la chiamano la “vergogna di volare” (flygskam), ma Johanne Meyer dell’azienda ferroviaria VY, preferisce chiamarla orgoglio del treno. Non sono pochi i passeggeri che invece di coprire una certa distanza in poco più di un’ora si sobbarcano anche 16/18 ore di treno. Ma sembra che la cosa piaccia: suonano meno telefoni cellulari, si prediligono le conversazione tra sconosciuti (cosa che nel nord non sono poi così scontate) e ci si immerge in quella che ci piace definire winterlust, un gioco di parole che trova la sua origine da wanderlustil desiderio di viaggiare per riempirsi gli occhi, e winter, inverno. 

Durante i viaggi in treno, nel pieno inverno norvegese, anche gli habitué della stagione artica vengono rapiti dai paesaggi incantati, dagli alberi di cristallo e dalle distese di neve che riflettono i magici colori dei prematuri tramonti. Un incanto che strugge e rapisce al contempo e che sembra far dimenticare ai pendolari le interminabili ore di viaggio. Le cabine sono calde, accoglienti e pulite, difficile trovarsi male all’interno di questi treni. 

Nella carrozza-nido i piccoli viaggiatori gattonano allegramente senza alcuna flygskam per l’aereo, ignari del fantastico viaggio che stanno affrontando, felici del fatto che possono muoversi agevolmente su un grande pavimento morbido, in uno spazio pieno di giochi e colori, mentre i genitori si rilassano tra un tè e una chiacchiera. Più si va a nord e più il treno entra nel vivo dell’inverno e del paesaggio. Cascate maestose che cadono a pochi metri dai binari, tormente di neve alternate e cieli blu, e aree boschive che senza che i passeggeri possano accorgersene, si trasformano in tundra gelata. 

Tra alci e renne il treno sfreccia lasciando dietro di una lunga scia di neve e una grande nuvola bianca, immerso in una specie di favola dei ghiacci. Prima i turisti che viaggiavano in treno erano pochissimi, adesso i giovani finlandesi appassionati di sport invernali non rinuncerebbero mai al treno per muoversi, turisti cinesi e giapponesi salgono ad Abisko, la capitale mondiale dell’aurora boreale, per continuare il loro tour artico. Lo faranno perché è moda o perché anche loro vivono la flygskam? I treni si muovono agili tra cumuli di neve e paesaggi mozzafiato, tra tormente apparentemente infinite e magiche aurore boreali. I boschi sembrano non finire mai, impossibile non viaggiare con la fantasia e credere che dietro a quel finestrino un po’ appannato ci sia un mondo fatato alla Narnjia.

In quelle latitudini, tra molti cittadini scandinavi, volare sta diventando quasi un tabù e alcuni cominciano a mentire sui loro spostamenti…almeno così sembra. Non a caso il fenomeno risulta talmente esteso da preoccupare la maggiore compagnia aerea svedese, la Scandinavia Airlines (SAS). Certo, da un lato la cosa si fa delicata per le solite questioni di lavoro, di disoccupazione ed economiche, ma è anche vero che questo spinge le compagnie aeree a provare a fare qualcosa. SAS ad esempio ha iniziato una serie di misure per rendere più sostenibili i propri voli: dalla sostituzione dei vecchi e inquinanti MD-80 con i più moderni e prestanti Airbus A320, dalla sostituzione dei sedili con postazioni più leggere (per ridurre peso e consumi) all’ottimizzazione della quantità di pasti da imbarcare sulla stima dei preordini fatti dai passeggeri al momento dell’acquisto del biglietto. Insomma c’è del fermento e sembra che in qualche modo qualche cambiamene stia avvenendo. 

Comunque, parole come “tagskryt” (“vantarsi di andare in treno”) e “smygflyga” (“volare in segreto”) e flygskam sono diventati di dominio pubblico tra gli svedesi: un sondaggio del WWF sostiene che il 23% degli svedesi ha rinunciato all’aereo proprio per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, mentre il 18% ha scelto come alternativa il treno per le stesse ragioni.

Come scrive Jocelyn Timperley in un articolo di bbc.com il “movimento per la vergogna del volo” consiste nel sentirsi responsabili della propria carbon foot-print (l’impronta di carbonio che ognuno di noi lascia ad ogni…gesto) – ma si tratta anche di riscoprire la gioia di viaggiare lentamente. Riscoprendo, come detto all’inizio, un tempo per sé e per gli altri. 

Keypoint: vergogna è un’espressione che non mi piace, e flygskam , vergogna di volare”,ancora meno. Consapevolezza. Quella mi piace. 🙂

 

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