Sii un buon parlatore, nelle azioni efficace. Un uso efficace delle parole e delle azioni. Coerenza…Questo è il consiglio che nell’Iliade Achille, il più valoroso dei combattenti dell’esercito acheo che cinsero d’assedio Troia per dieci anni, nel 1250 a.C. ca.. riceve da Fenice, figlio di Amintore, un seguace di Achille molto più vecchio, che aveva contribuito a educare il giovane eroe.

Dalla storia la lezione di Omero

Abbiamo pochissime notizie certe su Omero, sappiamo che gli antichi Greci lo indicano come autore di due grandi poemi epici: l’Iliade, che narra della leggendaria guerra di Troia, e l’Odissea, che racconta il lungo viaggio di ritorno di Ulisse a Itaca. Entrambi furono composti probabilmente nell’VIII secolo a.C. Stando alla leggenda, Omero era cieco e viveva nell’isola greca di Chio.

Probabilmente non mise per iscritto le proprie opere, ma le recitò: infatti, il termine da lui utilizzato per poeta è “cantore“. I due poemi sono opere fondative della letteratura occidentale, tanto che dai Greci in poi sono stati considerati fonte di ispirazione e guida morale. Si narra che Alessandro Magno tenesse una copia dell’Iliade sotto il cuscino.

Il consiglio di Fenice ad Achille pone l’accento sull’importanza delle parole e sul potere del linguaggio nel convincere e motivare i propri seguaci. Egli però esorta anche coloro i quali hanno la responsabilità di guidare un gruppo a essere di esempio: a mostrare con i fatti, oltre che con le parole. Achille dimostrò il valore delle azioni riportando la famosa vittoria nel duello contro l’eroe troiano Ettore. I leader che sono «nelle azioni efficaci» ispirano grandi gesta negli altri.

Troppo spesso ci dimentichiamo del potere del linguaggio e della parola. La parola che determina un suono, e con esso la nostra percezione del mondo, di ciò che ci circonda e di come lo viviamo. Può essere aperta o chiusa, possibilista o deterministica, può ferire o gratificare… la parola dà o toglie potere a chi la esprime, a chi la riceve, a chi per caso la ascolta.

Come possiamo intenderci se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e il valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?
(Luigi Pirandello)

Il potere della parola

Non è solo un vezzo da linguisti o semiologi: le parole sono importanti perché nelle parole troviamo l’unico “codice” che abbiamo ricavato, con non poca fatica, per comunicare l’uno con l’altro e provare a minimizzare gli errori di incomprensioni. La parola ha mille e più a spetti, si può trasformare in ciò che vuole e, in “mano” a chi la sa usare (o a chi non la sa ascoltare) può determinare la sorte e la storia di interi popoli.

La forza delle parole è tale che, per causare una allegria, tristezza o sgomento, non è necessario farne un uso massiccio: spesso basta una frase per minare un’emozione o un breve messaggio per attaccare il nostro punto più debole. Ciò che le parole possono sul nostro umore è davvero inimmaginabile.  

Keypoint: le parole sono sacre. Meritano rispetto. Se scegli quelle giuste nel giusto ordine, puoi spostare un pochino il mondo.

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