Panico: Reazione, individuale o collettiva, che invade improvvisamente di fronte a un pericolo reale o immaginario, togliendo la capacità di riflessione e spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.
In questo periodo credo che il panico sia un fedele compagno per molte persone. In realtà il periodo si sta protraendo nel tempo in modo – a mio avviso – assolutamente pericoloso e ingiustificato. Ma non sono certo qui per disquisire di scelte o gestioni che riguardano la pandemia o (ad oggi) la presunta pandemia.
Detto questo, all’inizio dell’articolo ho introdotto la definizione ufficiale di panico che, ammetto, trovo un po’ riduttiva, soprattutto nella parte “e spingendo alla fuga o ad atti inconsulti”.
Panico, cosa scrive James Hillman
Nella storia di Amore e Psiche, Pan salva la vita a Psiche quando è in procinto di commettere il suicidio.
C’è un momento in cui lei vuole annegare e lui la salva, come a dire che il momento panico è anche il momento che salva la vita. È più che possibile pensare il panico non come distruzione, ma come istantanea sequenza di paralisi e fuga.
Pan riporta la psiche alla sua radice insita nell’istinto naturale, semi-animale, procurando un radicale mutamento di coscienza, un allontanamento totale da dove si era prima.
Panico nel momento del bisogno
Siamo abituati a pensare a quel momento di angoscia e smarrimento come a qualcosa di distruttivo, bloccante. La sequenza è semplice e inesorabile: prima la paralisi e poi, quando si può, la fuga. Cercare di dare un senso positivo al momento di panico non è affatto facile, ma risulta essenziale per “sopravvivere” ad eventuali attacchi; Il panico è, in fondo, il tentativo sovrano di evitare quello stato terribile di scoraggiamento che sopraggiunge per la paura di rivivere un attacco.
Questa nefanda attesa all’erta viene definita “disturbo di panico”: il circolo vizioso viene generato dalla paura della paura. L’angoscia, che può raggiungere livelli insostenibili, è trasversale ed è legata fondamentalmente al timore di avere nuovamente attacchi. Le persone stanno male davvero e non fingono.
Ciò che davvero conta è non dare a questo stato di angoscia il potere che vorrebbe. Dobbiamo continuare a fare la nostra vita, senza farci (troppo) condizionare, altrimenti “avere il panico” sarà l’unico modo per ottenere attenzioni dagli altri e da noi stessi. Un loop ricorsivo senza via di scampo che, a lungo andare, può portare a conseguenze psichiche importanti.
Si può evitare?
Forse, ma immagino che psicologi e studiosi del comportamento umano dicano che sia assolutamente sbagliato evitarlo. Piuttosto, come ogni sentimento, dalla paura alla tristezza, dovrebbe essere accettato, vissuto senza analisi.
Credo che per gli attacchi di panico, però, sia un po’ diverso. Anche se ogni sentimento nasce dal nostro io più profondo e da un subconscio a volte impenetrabile, paura, tristezza, e anche l’amore, hanno tasselli – mi si passi il termine – razionali. Il panico, invece, è una bestia complessa, bloccante e di difficile gestione.
Possiamo farcela, perché ogni essere umano ha potenzialità straordinarie, ma se da un lato un evento sporadico può essere da sprone, più eventi di sgomento in un arco temporale breve (due o tre in un mese) diventano un campanello di allarme, ed è allora che si fa necessario un approfondimento con esperti per cercare di “guarire”.