Foto…Scatta subito. È un consiglio troppo semplice, vero? Pensi che non abbia senso scrivere un articolo intero sulla tempestività dello scatto? Potrei essere quasi d’accordo, se non avessi visto un numero enorme di foto sprecate o rovinate dall’indecisione e dalla titubanza.
Gli errori
Non è bello doverlo ammettere ma, ahimè, alcune di quelle sono mie. La situazione più comune è che qualcuno dica: “Bello! Facciamo una foto!”. Tutti acconsentono, si mettono in posa, sorridono e … aspettano.
Aspettano, mentre il fotografo armeggia con il suo apparecchio, non riuscendo, per qualche ragione, a scattare immediatamente. Eppure in molte circostanze questa è l’unica cosa importante. Ed era solo un’istantanea tra famigliari e amici, che dovrebbe essere facile e non impegnativa. Fuori, per la strada, quando si fa un reportage, il tempo e le circostanze non perdonano.
Se esitiamo, se aspettiamo il “momento giusto”, rischiamo di perdere proprio…il momento giusto! Naturalmente esistono molte ragioni apparentemente valide per ritardare lo scatto: tutto deve essere regolato in modo corretto (esposizione, fuoco, bilanciamento del bianco, tempo di otturazione); inoltre la fotografia potrebbe essere perfezionata inquadrando il soggetto un po’ più da vicino, aspettando un gesto o un’espressione più interessanti, e così via.
Nonostante ciò, un ritardo può farci mancare clamorosamente la foto e per ogni motivo di attesa si può trovare una soluzione. Avete bisogno di controllare l’esposizione? Mi spiace dirlo, ma avremmo dovuto farlo prima o almeno avremmo dovuto scegliere un’impostazione predefinita semplice, come quella automatica. Cosa!? Automatica!? Ehi, non scherziamo, siamo fotografi di livello!
Sì lo so, scattare in auto sembra una scelta da vero “sfigato” della fotografia, ma non è così. Scattare in automatico non significa non conoscere la macchina o le regole della fotografia. In realtà significa avere consapevolezza di ciò che vogliamo catturare, sapendo che potremmo (forse) non ottenere la foto del secolo, ma otterremo comunque lo scatto che avremmo potuto perdere.
La scelta dell’opzione Raw, inoltre, che consiglio di usare sempre, ci permette di regolare esposizione e bilanciamento del bianco in un secondo momento. La scena può migliorare in pochi secondi? È vero, ma chissà: potrebbe anche peggiorare! I più riflessivi potrebbero pensare di risparmiare tempo dedicando qualche secondo a controllare la messa a punto della fotocamera invece di scattare per poi scoprire di aver sbagliato qualcosa.
Le scelte da fare “prima”
Ma in una situazione che può cambiare da un secondo all’altro, ciò che è perduto è perduto per sempre. “Quando è troppo tardi“, ha scritto Henri Cartier Bresson, “allora capisci esattamente per quale ragione sei risultato insufficiente“. E ancora: “Noi giochiamo con cose che spariscono continuamente e, una volta sparite, è impossibile farle rivivere“.
Infine, esiste la possibilità di fare la cosa giusta. Perché questo accada dovete prepararvi in anticipo. Inoltre, la tecnologia digitale permette di ovviare a errori che erano irrimediabili quando si lavorava con la pellicola. Nella fotografia la cosa più importante è saper cogliere l’attimo. Perciò scattiamo, e facciamolo subito!
E potremmo continuare: “E non sperate che ve ne capiti un’altra“. Questo è uno di quei dolorosi consigli che mi ricordano alcune mie cattive esperienze. Il successo di una foto è quasi sempre questione di istanti e anche se questo concetto può sembrare meno importante in alcuni casi (le nature morte) che in altri (le foto sportive), permea comunque ogni cosa.
Anche in un paesaggio, che è relativamente statico, occorre tener conto della dinamicità della luce e del cielo e di altri elementi in movimento. La tempistica è chiaramente diversa che nella fotografia di strada, ma anche in casi come questi, nessun momento è uguale a un altro. Con soggetti particolarmente lenti l’attesa può essere ancora più rischiosa, perché avremo l’impressione che non ci sia alcuna urgenza.
Lo scatto come metafora
Pianificare uno scatto e riflettere su come ottenere il risultato desiderato è una grande idea, ma potremmo rimanere spiacevolmente sorpresi del fatto che il tempo non resta immobile a nostro beneficio e spesso la situazione non migliora. È molto facile arrivare su una scena, guardarsi intorno e predire che sarà fantastica quando la luce cambierà, le nuvole si sposteranno o le ombre cadranno nella direzione opposta.
Ma si tratta troppo spesso di supposizioni. La cosa migliore è immortalare la scena così come ha catturato la nostra attenzione. Oltre al tempo necessario a scattare, non perderemo nulla. Potremo comunque tornare all’alba o in un altro momento, ma avremo almeno scattato qualcosa.
In realtà questa sembra più la metafora della vita che un consiglio fotografico. La sostanza è “qui e adesso”. Con l’aggiunta di una piccola ma fondamentale variabile, IO. Mai come in irato momento storico dai risvolti a tratti drammatici, la vita va presa per quel che è, giorno per giorno, lasciando che il passato faccia semplicemente il suo lavoro di “saggio”, e il futuro sia lo sprone per migliorare se stessi come fotografo…e come persona.