riposo

#8. NON FARTI STRITOLARE DALLA ROUTINE

Quando nel 54 a.c. Cesare sbarcò in Britannia con le sue truppe, la prima cosa che ordinò fu quella di bruciare le navi. Nessun compromesso, si doveva combattere, e la ritirata non doveva essere una possibilità. O trionfo o morte, nessuna via di fuga.

Uno dei tanti insegnamenti che la vita ci dà, ogni giorno, è quello di non abbandonarsi mai all’agio e alla mediocrità. Per molti diventa naturale sprecare tempo ed energie in cose di poco interesse, si inizia pian piano, fin da piccoli. Cominciamo con le migliori intenzioni e da bambini abbiamo un potenziale straordinario poi, pian piano, la scuola, la famiglia, “il buon senso”, le abitudini, ci appiattiscono fino farci credere che sia giusto così, che “così va la vita”.

Paul Cézanne fu costretto dalla famiglia a studiare legge. La famiglia, in particolare il padre banchiere, era talmente pressante che non gli fu data alcuna possibilità di scelta. Come per molti ragazzi, non solo di quell’epoca, anche lui doveva seguire una strada solida e sicura, che gli permettesse di avere un futuro certo. Il pittore riuscì a sopportare quella vita a lui indigesta per due anni, dopo di che si ribellò e se ne andò a Parigi per diventare un artista. I familiari lo disconobbero.

L’opera di quel mancato professionista del foro ha cambiato il corso dell’arte nonostante il suo valore sia stato dimostrato pienamente solo dopo la morte.

Se non proviamo ci chiederemo per sempre come sarebbe andata e questo non ce lo perdoneremmo mai. MAI.

Se pensiamo di fare qualcosa facciamola! Proviamoci, al massimo falliremo, ma ci avremo provato. Le giovani start up americane non si misurano in milioni di dollari potenziali, ma in fallimenti, in tentatavi.

Dobbiamo pensare con la nostra testa per avere il potere nelle nostre mani. Se lavoriamo per qualcun altro saremo in balia dei suoi capricci. La creatività non ha nulla a che vedere con il trantran di un impiego fisso in cui si va avanti per inerzia.

Keypointguardarsi indietro e pensare “avrei potuto” o “avrei dovuto” è la cosa più triste di tutte.

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