#59. CALIBRA OGNI SUONO

Lo psicoanalista Roberto Assagioli paragonò la psiche umana ad un’orchestra composta da diversi strumenti musicali, identificati come subpersonalità, ognuno con un suono ben distinto. Quando prendiamo coscienza di ciò assumiamo il ruolo del direttore d’orchestra, in grado di calibrare ogni singolo elemento per ottenere la melodia voluta, anziché permettere che uno solo di questi prenda il sopravvento. 

Riflettiamo sulle nostre subpersonalità, sui nostri strumenti interiori dominanti e cerchiamo di farlo come un osservatore esterno, senza giudicarli. Attribuiamo un personaggio ad alcune voci, come un bambino bisognoso in corrispondenza di una voce lamentosa, un negriero per una voce aspra, una mamma che allatta per una voce dolce e pacata. 

Carl Gustav Jung parlava dei nostri sensi come traduttori di immagini; ecco cosa scriveva a tal proposito: “È quasi un pregiudizio assurdo supporre che l’esistenza possa essere soltanto fisica. Come dato di fatto, l’unica forma di esistenza di cui abbiamo conoscenza immediata è quella psichica (cioè, nella mente). Possiamo altrettanto dire, al contrario, che l’esistenza fisica è mera inferenza, dato che abbiamo cognizione della materia solo fintanto che percepiamo immagini psichiche mediate dai sensi.

Ascoltiamo con rispetto tutte le voci a turno, poiché ognuna ha qualcosa da dirci e di prezioso da offrirci. Questo “esercizio” ripetuto nel tempo, ci aiuterà a identificare altre diverse subpersonalità, elevando la nostra autocoscienza e dandoci un maggio controllo sulle nostre azioni ed emozioni. 

Keypoint: dobbiamo imparare ad ascoltarci, nel profondo, perché lì ci sono voci, strumenti e melodie. 

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