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#361. LA POESIA DELL’INVERNO

L’inverno è il tempo del conforto, del buon cibo, del tocco di una mano amica e di una chiacchierata accanto al fuoco: è il tempo della casa, della poesia, dei litigi, dei regali, delle difficoltà. E’ tempo di bilanci di chiusure e di conti; come diceva Ebenezer Scroogecos’è il natale se non un giorno in cui ti ritrovi di un anno più vecchio e un giorno più povero?” 🙂

A me l’inverno piace. Tutte le stagioni mi piacciono e amo che siano pienamente loro. Amo che sia caldo in estate e freddo in inverno, mi piace la neve e adoro il mutare del paesaggio giorno dopo giorno. Odora di continuità.

Giuseppe Ungaretti, nella poesia Hiver (“Inverno”), composta di due soli brevi versi, è densa di significato e rappresenta perfettamente ciò che accade alla terra. Durante l’inverno ciò che l’uomo può fare per lavorare la terra ha un freno, la stagione si fa intensa e i rigori invernali ci quietano.

Eppure, in modo silenzioso e invisibile, la natura si prodiga, instancabile, compiendo la parte più importante migliorando il suolo, la vigna, il vino.

Come la semente anche la mia anima ha bisogno del
dissodamento nascosto di questa stagione.

Si tratta di un lavoro fondamentale: il terreno diventerà fertile, morbido, pronto a fornire tutte le sostanze di cui ha bisogno il seme per germogliare e crescere. Tutti dobbiamo paragonare la nostra anima al seme di Ungaretti: necessitiamo, tutti, di un tempo silenzioso per ritrovare ciò che serve a rigenerarci.

Keypoint: non odiate l’inverno, vi renderà soffici e fertili. 

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