#360. LA COSA PRINCIPALE E’ LA COSA PRINCIPALE

Ciò su cui bisognerebbe concentrarsi è la cosa principale. Banale? Non abbastanza. Il termine tuttofare si riferisce alle persone che possono fare qualsiasi cosa senza essere particolarmente bravo in nulla, ma senza nemmeno essere un imbranato senza speranza. E’ quello che nei condomini si arrangia a fare tutto, apprezzatissimo dalle signore, criticato – spesso – dai mariti. 🙂 

Si può dire che, nel business, esistono tipologie simili, i tuttofare aziendali. Il discorso è diverso quando si tratta di un’impresa: a meno che un’azienda non sia in grado di massimizzare il proprio vantaggio competitivo rispetto al mercato, il rischio di fare un po’ di tutto, a lungo andare, può destabilizzare l’azienda e il suo mercato di riferimento. Di solito il successo di un’impresa è determinato dal pieno sfruttamento di un determinato prodotto che è riuscita a piazzare sul mercato, piuttosto che dalla diversificazione dell’offerta che, anche se esistente, dovrebbe rimanere limitata. 

Il core business è proprio “la cosa principale” alla base dell’operatività di un’impresa (o di un libero professionista), che non deve dimenticare mai che l’aspetto principale del suo business è proprio la “cosa principale“. La possibilità di diversificare spesso si rivela come una distrazione: il rischio è quello di non riuscire a concentrare le proprie energie né sulla linea principale, né sulle eventuali nove linee produttive. 

Durante la seconda metà del secolo scorso, la tendenza di molte grandi industrie era proprio quella di “diversificare”, acquisendo nuove imprese non necessariamente collegate con il proprio core business. Nel 2003 la tendenza cominciò ad invertirsi, quando McDonalds iniziò a rivendere diverse catene di ristoranti. L’obiettivo era quello di preservare il core aziendale. Vendere panini? No, vendere concessioni. 🙂 

Concentrarsi sul proprio core business significa seguire completamente la propria filiera. Dalla progettazione alla consegna, fino alla gestione interna delle facilities. Questo non significa che non si possano terzializzare porzioni di attività o intere business uniti, ma è importante che internamente ci siano persone preposte al controllo, delle interfacce responsabili che interagiscono con gli attori esterni. Se offriamo dei mobili di grande qualità e di ottimo design, ma il nostro partner esterno che si occupa del montaggio non è competente o poco cordiale, la percezione del cliente sarà negativa.

Un solo passaggio può inficiare in modo importante la percezione che le persone hanno del nostro brand. Concentrarsi sulla cosa principale significa, anche, avere le risorse adeguate per la customer care. Inutile diversificare se poi non riusciamo a concentrarci su ciò che realmente conta. 

Eventuali unità secondarie o terzi attori devono essere allineati con i valori e la visione dell’azienda. 

Keypoint: focalizzarsi sulla cosa principale è la cosa cosa principale. 🙂

 

 

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