#352. ETERNAMENTE SECONDO
Vivo eternamente come un secondo. No, non come il pollo arrosto o un hamburger di tofu (che credo non esista nemmeno). No. Proprio secondo classificato.
Arrivare secondi è come non arrivare e, questa, che lo si voglia o no, è la dura realtà. Convivo con questo scorno da quando sono bambino. Ricordo una corsa, alle elementari; correvo veloce, mi piaceva correre, e vinsi. Quasi…vinsi per la mia scuola, ma arrivai secondo. Lì iniziò una grande carriera di secondo, e non solo. Anche di terzo e di ultimo. Ma primo mai.
Tu non vinci l’argento, tu perdi l’oro.
C’è un’intera letteratura che si sforza di fare il panegirico dei secondi, di quelli che non arrivano primi per diverse circostanze, contingenze a loro estranee. Fatto sta che, puntualmente, sono secondi. E quasi tutti, esclusi i primi, sono secondi e oltre.
Comunque, continueremo ad impegnarci per salire quel podio che, in fondo, dicono non è essere poi così importante. Del resto, come diceva il grande Ayrton Senna, “arrivare secondo significa soltanto essere il primo degli sconfitti“.
Keypoint: arrivare secondi è comunque un buon risultato. Sei arrivato.
liliana