#307. UN PO’ DI “VERITÀ”. SOLO UN PO’
Sapete che chi va in Norvegia e si spinge alle Lofoten, fa sempre la stessa foto a quelle 4 casette rosse che, vi svelo un “segreto” nel caso qualcuno non lo sapesse, sono casette di un residence per vacanze di una tristezza più unica che rara. Un po’ di verità, ma anche tanta costruzione.
Vabbè, detto questo, si diceva che puntualmente si torna a casa con le foto del fiordo, del lago, del mare, delle casette…ma mai che ti facciano vedere che in quei maledetti villaggi di pescatori appendono in bella vista questi pesci.
Eh no amico mio, tu devi farlo sapere che, oltre a piovere ogni due ore, oltre ad avere un clima leggermente folle, e avere gente un pochino borderline, appendono lungo i moli questi cazzo di pesci, altrimenti fai credere che sia tutto bellissimo e incantevole quando, invece, non è sempre così.
Ma ci sono io, maledetto, che le cose ve le dice e che cerca di essere anche obiettivo perché, va bene che tutto è bello, ma non è che possiamo prenderci per il culo. Questo per dire semplicemente che sembra quasi che si voglia nascondere la verità, come se svelando certe cose, parlando dei luoghi in modo sincero, raccontando le avventure vere e le esperienze in modo non romanzato, queste perdessero il loro fascino e il loro valore.
Io sono convinto del contrario. Come può essere tutto sempre perfetto, pulito, in ordine, fortunato? Ci capiterà di prendere un giorno di merda, o no? Capiterà di mangiare male o di trovare un luogo pieno di gente e che, per fotografare un dato soggetto (e far finta che non ci sia anima viva), tu sia costretto a fare il trapezista? Ti capiterà di suonare davanti a 4 persone che si sentono anche disturbate, o sei sempre a Wembley!?
So di cosa parlo perché ognuna di queste situazioni le ho vissute in prima persona e le ho viste; non ci crederò mai che ad altri non sia mai capitato perché, o sono ciechi, o sono un pochino disonesti. Io ho suonato davanti a 4 persone in croce, è capitato a chiunque, inutile prendersi in giro. I grandi artisti raccontano di performance davanti ad un pubblico scarsissimo, figuriamoci sti quattro scappati di casa che fanno cover. Eddai!
Per fare alcuni scatti e far “credere” che il luogo fosse vuoto, mi sono arrampicato ovunque, altro che “qui sì che c’è pace e contemplazione…”. Ma vaffanculo va. A me capita di fare la fila anche da Burger King per mangiare un fottuto panino globale che sta uccidendo il pianeta e gli altri, invece, sembra che abbiano sempre il posto riservato in un locale stellato e il tappeto rosso a km zero.
Possibile che ci sia un clima di merda per colpa dell’uomo a livello planetario, ma sono sempre i soliti 4 sfigati che prendono l’acqua o la nebbia? Possibile che tutti gli altri, ovunque vadano, abbiano una temperatura perfetta, un cielo meraviglioso, un tramonto da paura, una luce incredibile, i delfini, gli unicorni, le fate e i massaggiatori gratis!?
A me, ad esempio, sembra di essere l’unico al mondo a cui capita di trovare gente quando fa esplorazione dei luoghi abbandonati…io ho incontrato altri esploratori, senza tetto, disgraziati, custodi…come è possibile che gli altri non incontrino mai nessuno? MAI! Ma anche quello fa parte dell’esperienza eh; quella vera, giusta: la vita.
Cazzo, quella è…c’è la gente, c’è la fila, c’è la nebbia. Non possiamo scrivere sempre e solo “che meraviglia“.
Keypoint: la vita #vaanchedimerda e non sempre #vitabella, #meraviglia, #happyness. #ammettiamolo. 🙂