fatica

#281. LA FATICA

Il migliore riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie ad essa.

Siamo alla fine dell’800 e John Ruskin, artista, critico d’arte e fondatore del movimento Arts & Crafts, riassume in questa frase la sua particolare posizione nei confronti dell’arte, con uno sguardo speciale rivolto all’architettura. Volendo fare un parallelismo con il “restauro romantico” che Ruskin sosteneva con forza, possiamo cogliere tutta la devozione che nutre nei confronti di un’opera. Anche se invecchiata, in fin di vita, piena di fatica, quell’opera ha talmente tanta dignità da non dover essere toccata, se non esclusivamente con micro-interventi di recupero. Questo modo di pensare al restauro era diametralmente opposto a quello che al tempo veniva praticato e che vedeva nella sostituzione tout-court dell’intera costruzione l’unica soluzione plausibile. 

Si faccia attenzione, Ruskin accetta gli adeguati interventi di normale manutenzione, compresi quelli di puntellazione e messa in sicurezza e utili a prolungare la vita di un edificio, ma senza mai snaturarlo, dandogli così il diritto di “morire” senza essere sostituito.

Ecco cosa vuol dire fare fatica. Significa dare dignità ad ogni nostro sforzo, dare valore ad ogni gesto e, conseguentemente, alla nostra vita. Se non ci fosse stato Ruskin non avremmo la Carta italiana del restauro, un prezioso documento  redatto allo scopo di conservare e preservare la grande quantità di opere d’arte architettoniche e non che rappresentano, oggi come 100 anni fa, un  patrimonio ineguagliabile nel mondo. 

Anche se la mia è una visione un po’ “romantica”, mi piace pensare che quel documento, così come la Carta di Atene (documento precursore della Carta italiana del restauro) sia, in fondo, una dimostrazione di responsabilità – e una presa di coscienza storica ed artistica – nei confronti di ciò che è stato e, volendo forzare il concetto, di ciò che è stato ottenuto con la fatica. Sì perché è la fatica (travestita da impegno, passione e attitudine) che ci ha permesso di avere ciò che abbiamo: dal Partenone alla voglia di fare dei figli. 

Keypoint: la fatica è la nostra storia, il nostro passato e il nostro presente. Ci permette di costruire, al meglio, il futuro.

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