#280. FERMARSI

Quello dell’azione è il nostro status quasi perenne, ma arriva il momento in cui bisogna necessariamente fermarsi. C’è il tempo dell’azione e quello della riflessione…la cosa drammatica è che, troppo spesso, l’atto della riflessione è “relegato” ad un momento ben specifico: quando siamo stremati. Diciamo di aver capito molte cose dopo un forte trauma, dopo aver subito un’operazione o dopo una diagnosi maledetta. Solo in quel preciso istante ci si ferma e, con fare rassegnato, cominciamo a dare voce alla nostra parte interiore. 

In realtà bisognerebbe trovare il momento di fermarsi proprio quando tutto sta andando a gonfie vele e quando ciò che viviamo è all’apice. Non dovrebbe essere la malattia, la disgrazia, l’avvenimento drammatico a farci capire quanto sia prezioso ciò che abbiamo e quanto, a volte, venga sprecato. E’ un concetto che andrebbe capito quando stai bene. L’uomo si rende conto di ciò che aveva, solamente dopo averlo perso. Questo vale per tutto, da quello che riteniamo superficiale al grande amore; una volta che non c’è più ti rendi conto di quanto avresti potuto/dovuto fare. 

Non dovremmo mai aspettare il senso di morte per capire quanto è preziosa la vita. Anche l’errore perpetrato è un chiaro segnale di una certa avversione nei confronti della pausa, della riflessione. Senza la riflessione non possiamo ottenere quella saggezza che fa di ogni esperienza un’esperienza valida, e che ci permette di non ripetere un errore più e più volte. La reiterazione è un aggravante importante. 🙂 

Fermarsi non è importante, è vitale: l’esperienza non insegna nulla se non viene meditata, capita e metabolizzata! Mio nonno diceva sempre che la vita è una maestra un po’ bastarda, perché prima ti fa l’esame e poi te lo spiega. Questo è assolutamente vero, e lo imparo ogni fottuto giorno della mia vita, ma è chiaro solamente quando mi prendo il tempo per riflettere dopo l’esperienza che ho vissuto, altrimenti perpetro immancabilmente nelle stesse minchiate. 

Keypoint: fermiamoci o continueremo a fare le stesse stupidaggini.  

 

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