qualità

#193. QUANTO SI E’ ABBASSATA LA QUALITÀ?

Sembra che negli anni ci sia stato un graduale abbassamento della qualità di quasi tutto ciò che ci circonda: dagli oggetti di uso quotidiano ai rapporti umani, la media sembra essersi abbassata drasticamente. O questa è la percezione che spesso ne abbiamo.

I fattori che hanno portato a questa non troppo lenta ma inesorabile tendenza, sono molteplici e, tocca ahinoi constatarlo, in buona parte è dovuto all’accesso globale. Se da un lato questa possibilità ha il merito di permettere a chiunque di informarsi, di formarsi e di “farsi un’idea“, dall’altro, di contro, ha permesso ad un’altra “massa di chiunque” di sfoggiare ignoranza, supponenza, distacco dalla realtà. Letti così sembrano gli effetti indesiderati di un farmaco e, in effetti, di questo si tratta. 

Per ogni corrente, che sia essa filosofica, letteraria, culturale o di business, ci sono sempre stati degli effetti indesiderati: la prima rivoluzione industriale agli inizi non sembrava un grande affare. Gli orari erano impossibili, lo sfruttamento era all’ordine del giorno; si lavorava tra le tredici e le quindici ore al giorno sei giorni a settimana, e quel destino era esteso anche a bambini molto piccoli di quattro o cinque anni. Poi le cose, grazie ai movimenti operai, sono pian piano migliorate fino ad arrivare alle condizioni che conosciamo oggi e che, al di là delle (non poche) eccezioni, ci permettono una vita più o meno dignitosa. 

Anche se prendiamo come riferimento la soglia minima di povertà e le condizioni di sopravvivenza delle popolazioni più povere (coloro che vivono con meno di 2 $ al giorno), i progressi e i miglioramenti sono indiscutibili: dal 1800 ad oggi siamo passati da una popolazione di poco più di 1 miliardo di unità a 7 miliardi e mezzo, il 750%! Ma le carestie, vero flagello dell’era preindustriale e che hanno mietuto decine di milioni di vittime, sono quasi scomparse. Restano alcuni focolai dove carestia e malattie fanno ancora vittime, ma è una goccia nel mare se paragonata all’oceano drammatico di appena due secoli fa. Questo non significa che non bisogna estirpare con efficacia e velocemente anche quest’ultimo baluardo di nefandezza.

Le condizioni di vita sono migliorate enormemente, la spauracchio della morte per fame è stata confinata (ma non del tutto sconfitta) a poche unità, molte della malattie che uccidevano migliaia di persone in poco tempo sono quasi completamente scomparse grazie alle condizioni igieniche, al frigo e al progresso scientifico in campo medico. Un miliardario dell’800, per quanto fosse ricco, non poteva avere l’aria condizionata (brevettata nel 1902) e viveva in modo meno confortevole di un medio operaio dei nostri tempi. Gianni Agnelli non ha mai usato uno smartphone iperconnesso, ma una ragazzina su Instagram, oggi, può spacciarsi per influencer…ed essere creduta!

Come mai, allora, spesso ci lamentiamo della qualità che percepiamo? Come mai ci sembra che molti servizi siano scadenti, che i lavori eseguiti non siano di buon livello? Siamo forse più esigenti? Forse abbiamo davvero un problema di qualità? Oppure abbiamo solamente voglia di lamentarci? Forse siamo affetti in modo inconscio e massivo dall’effetto Dunning-Kruger, che ci fa credere di essere meglio di ciò che in realtà siamo e tendiamo a sminuire il lavoro altrui?

Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando.
(Henry Ford)

Molto probabilmente sono tutti questi fattori messi insieme e declinati in diverse forme; certo è che in Italia, per diverse ragioni sia storiche che sociali, il livello non è dei migliori e, con un po’ più di impegno, possiamo sicuramente fare di meglio. Iniziando dalla scuola, dagli investimenti sulla cultura, dando spazio ai giovani senza dimenticare il valore di chi ha qualche hanno in più e, non meno importante, estirpare la criminalità organizzata che, in questo paese, ha un giro d’affari che non ha nemmeno Broadway

Keypointnon importa quante qualità abbiamo, continueranno a giudicarci per il difetto. 

Spread the word. Share this post!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *