gratis

#143. SE LAVORI GRATIS SEI COMPLICE

Una delle pratiche più diffuse è quella di chiedere di lavorare gratis per avere visibilità, fare esperienza, fare gavetta, imparare. Ora, capisco – ma nemmeno tanto – farsi pagare una miseria, ma quando lavori gratis o, addirittura, qualcuno è disposto e metterci del suo pur di impegnare il tempo per un lavoro, ecco…allora qualcosa non sta funzionando. Ogni caso andrebbe analizzato a sé, ma vero è, in tutti i campi, che questa insopportabile consuetudine non può essere solamente attribuita ad una domanda del tutto folle, da qualche parte c’è anche una discreta offerta, e questo è un danno enorme. 

Ci sono mille occasioni che potrebbero portarci a pensare che lavorare gratis UNA volta sia giusto: può essere considerata una strategia di marketing, può essere frutto di un accordo molto più complesso, potrebbe essere volontariato – e ben venga – oppure uno scambio di favori. Le occasioni sono molteplici e, se ben chiarite fin dall’inizio, nella maggior parte dei casi risultano pacificamente accettate e ragionevolmente adeguate. Il problema, ben più serio, è quando questo fenomeno è da un lato il modus operandi di alcuni furbi personaggi, opportunisti e senza alcuno scrupolo, e dall’altro l’accettazione apatica di una situazione sbagliata. 

Prendiamo un caso classico sul quale si discute fin dalla notte dei tempi: il musicista. Se accetti di essere pagato a piadina e tagliatelle per una prestazione professionale, allora non puoi pretendere che ti rispettino, che ti ascoltino, che ti apprezzino perché, purtroppo, il primo a non amarti, a non credere in ciò che fai sei proprio tu, sminuendo in questo modo quella che dovrebbe essere una delle arti più belle del mondo. D’altro canto, se crediamo ancora a “così ti fai conoscere” abbiamo ben poche speranze. Vi dico una cosa, fuori dai denti e che non credo vi farà piacere…e forse farà anche incazzare qualcuno, pazienza: non solo non avrai alcuna visibilità, ma sarai un musicista frustrato, sappilo. Dentro a quel pub, a quel bar, a quel locale, ci sono imprenditori che della tua “fama” non glie ne frega un cazzo, ma niente eh. Sì, non un po’. Proprio nulla. Quando ti parlano di visibilità ricordati sempre che, con buone probabilità, NON suonerai all’Arena di Verona, ma in un infimo locale che, di lì a poco fallirà. Sì, perché chi non ha i soldi per pagare i fornitori, prima o poi, chiude. 

Questa cosa vale, ovviamente, per qualsiasi professione. Non ci sono mestieri, attività professionali, lavori intellettuali, fatiche fisiche immuni da questo flagello.

La frase “per questo progetto non c’è budget” la conosciamo tutti. Adesso basta!

Anche tu, caro fotografo, DJ, avvocato e tutti gli altri, se siete alle prime armi non giustificatevi dietro a “non ho esperienza, mi faccio conoscere”, questa modalità rovina il mercato e, e se non lo sapete, forse è meglio che studiate un po’ meglio il rapporto tra domanda e offerta. Siate chiari fin dall’inizio. Conosco la paura che hanno in tanti, quella dell’ultimo arrivato, quella che ci fa dire “ma perché dovrebbe scegliere me? In fondo sono un novellino e, lì fuori, c’è un sacco di gente meglio di me.” Ecco…proprio qui sta il punto. Chiediamoci sempre, ma gli altri, che sono più bravi – e non è sempre vero – lo faranno gratis? Sicuramente no! Se la mia forza è solo quella del prezzo basso o del non-prezzo, il problema da affrontare è ben più serio; ci sono buone probabilità che nemmeno voi siete convinti nel vostro operato. 

Ricordiamoci sempre che agli occhi del nostro potenziale cliente/interlocutore, gratis e lusso hanno lo stesso effetto, affascinano all’inizio poi allontanano il consumatore medio, quello disposto a pagare ciò che si può permettere. Questi consumatori, che sono la maggior parte, non guardano il prezzo, entro certi limiti, ma i valori che trasmette un brand o un professionista (che è anch’esso un brand). Quando penserete  a voi come ad un brand pensate a questo aspetto; che valore sto dando al mio operato? Cosa arriva al mio potenziale interlocutore? Sono credibile? Sono autorevole? Se la risposta a tutte queste domande è GRATIS, allora potete sostituire la parola gratis con NO. Abbiamo un problema di autostima. 

Keypoint: se lavoriamo gratis, siamo complici di un sistema malato, folle. NON FACCIAMOLO!

Spread the word. Share this post!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *